Politica

Punture di spillo SALVINI STRETTO TRA DRAGHI E LE ESIGENZE ELETTORALI DELLA LEGA

di Redazione -

Matteo Salvini in una foto di archivio. ANSA/GIUSEPPE LAMI


Il “prima gli italiani” di Matteo Salvini, dopo appena due mesi di governo Draghi, si sta trasformando in “prima la Lega” e ovviamente i suoi interessi elettorali. Che si traduce, come nell’agosto scorso, nella richiesta di riaprire tutte le attività.

Che poi sia finita – come logica conseguenza – con ospedali e terapie intensive di nuovo in crisi di posti letto e che le vittime siano ad oggi più di 30 mila, al segretario leghista interessa poco. L’importante è che il Nord produttivo sappia che c’è chi si preoccupa di un Paese in crisi e che, nel momento del voto, si comporti di conseguenza. Solo in questa chiave, puramente propagandistica, si può leggere il diktat di Salvini: “impensabile tenere chiusa l’Italia anche per l’intero mese di aprile”. Propagandistico perché – replica secco il presidente Draghi – “se sia pensabile o impensabile dipende dai dati che abbiamo”. E i dati del CTS sembrano davvero allarmanti. Del resto non va dimenticato che il segretario della Lega, oltre a caratterizzarsi per il suo antieuropeismo,  per mesi ha criticato il rigore di alcune misure anticovid sostenendo tra l’altro l’inutilità della mascherina. Evitava volutamente di indossarla e solo di recente si è “corretto”, anche per evitare di essere tagliato fuori dal governo del “tutti dentro” e dalla “gestione” dei fondi europei. E così lo vediamo in tutte le apparizioni pubbliche indossare rigorosamente una mascherina scura con il tricolore italiano e il logo della Lega, dichiararsi europeista, a parole, e sforzarsi di sostenere il governo. Del resto,  sul collo, Salvini avverte il fiato di Giorgia Meloni e pertanto tenere a freno il richiamo elettorale diventa difficile soprattutto per chi le tesi di Fratelli d’Italia le ha sempre condivise. Solo che, con il senno del poi, forse gli sarebbe riuscito più facile mantenere la leadership della Destra con Conte che non con Draghi. E’ vero: Arcuri e Borrelli sono stati sostituiti, il CTS si è “dimagrito”, Casalino è a spasso. Ma il virus è sempre in agguato e grossi mutamenti, ad oggi, non se ne vedono.  A dir la verità, un cambiamento c’è stato: I “ristori” si chiamano “sostegni”. Che ne dice Salvini? Non sembra soddisfatto se si si lascia scappare un “non potete chiederci di approvare gli stessi provvedimenti chiusuristi del Conte bis”. 

 Ma la “riflessione” non sembra essere una  qualità del leader leghista, come dimostra l’agosto del Papeete! Con qualche mojito in meno forse a Palazzo Chigi ci sarebbe lui e Meloni sarebbe al 5/6 per cento.

PdA


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