Attualità

Pure Sarkozy sfiducia Bayrou: la Francia nel caos

L'ex presidente tumula il governo: "Non c'è altra soluzione che lo scioglimento del Parlamento"

di Pietro Pertosa -


Toh, guarda un po’ chi si rivede: Nicolas Sarkozy esce dall’oblio per suonare la campana a François Bayrou e, indirettamente, a monsieur le président Emmanuel Macron. Intervistato da Le Figaro, l’ex capo dello Stato ha detto la sua in merito alla profondissima crisi istituzionale che si vive a Parigi e ha dichiarato di non vedere altra soluzione all’impasse che non quella di un ritorno alle urne. L’ennesimo.

Sarkozy tumula Bayrou e pizzica Macron

Le parole dell’ex presidente Sarkozy sulle chance di sopravvivenza del governo Bayrou sono chiarissime: “Non ci sarà altra soluzione se non lo scioglimento del Parlamento”. Il disastro politico che si vive in Francia non nasce ora, anzi. “Il disastroso scioglimento dello scorso anno ha avuto l’effetto di una bomba a frammentazione – ha spiegato Sarko -. Dopo lunghi mesi di instabilità, oggi ci troviamo di fronte a uno degli ultimi strascichi di questa decisione funesta”. Macron è servito. “Ho avuto modo di dirlo al Presidente della Repubblica quest’estate: sono convinto che non ci sarà altra soluzione se non lo scioglimento del Parlamento”. E si risale sulla giostra del voto.

Ritorno alle urne

Per Sarko è inutile insistere e incaponirsi e Macron deve prendere il toro per le corna: “Sarebbe strano aver scelto di sciogliere ieri quando non ce n’era bisogno e rifiutarsi di farlo oggi quando la decisione è inevitabile. La politica deve rispettare il buon senso e obbedire a regole a cui bisogna sottostare. Tra poche settimane si terranno quindi senza dubbio elezioni legislative anticipate. È l’unica chiarificazione possibile”. Infine Sarkozy “toglie” la fiducia a Bayrou: “Una cosa era partecipare a un governo di coalizione senza una piattaforma comune per impedire l’ascesa al potere dell’estrema sinistra – e io l’ho pubblicamente sostenuto – ma un’altra è votare la fiducia a priori, perché c’è il rischio che i francesi lo interpretino come un assenso incondizionato”.


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