Putin in mezzo tra Usa e Iran
Putin in mezzo tra Usa e Iran
Ore estenuanti e convulse per tutte le diplomazie mondiali per mantenere e contenere il sorgere di nuove tensioni geopolitiche con conseguenze imprevedibili tra Iran e Usa e il vicolo cieco dei negoziati con Teheran sul nucleare. I due presidenti sembrano giocare alla roulette russa: Masoud Pezeshkian ha accusato apertamente gli Stati Uniti e i suoi alleati europei di aver tentato di fermare l’avanzata dell’Iran attraverso la “massima pressione”, definendo i loro sforzi “deliriosi”, affermando che l’Iran “non si arrenderà” né cederà a nessuna potenza e Donald Trump dall’ altra parte ha ripetutamente minacciato l’Iran di bombardamenti se non raggiungerà un nuovo accordo. Inoltre durante la riunione del Consiglio dei Governatori di Vienna, l’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) ha ufficialmente dichiarato l’Iran “inadempiente” ai suoi impegni nucleari.
La risoluzione è stata sostenuta da Usa, Francia, Germania e Regno Unito, con 19 paesi che hanno votato a favore. Russia, Cina e Burkina Faso hanno votato contro. Undici, gli astenuti, tra cui Sudafrica, India, Pakistan, Egitto, Indonesia e Brasile. In risposta alla risoluzione contro l’Iran, l’Agenzia iraniana per l’energia atomica ha annunciato di aumentare la sua produzione di uranio arricchito, aprendo un terzo impianto in una sede protetta e sicura, di sostituire le centrifughe IR-1 di prima generazione presso l’impianto sotterraneo di Fordow con centrifughe IR-6 avanzate e di ridurre la sua cooperazione con l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e potrebbe espellere gli ispettori.
Una mano tesa da parte di Putin. Trovandosi, per usare un eufemismo, in una situazione spiacevole a causa del crollo dei prezzi mondiali del petrolio, sta cercando di risolvere il problema con abili intrighi e incastri politici. L’obiettivo principale del Cremlino è quello di interrompere l’accordo nucleare tra Stati Uniti e Iran, nel tentativo di influenzare entrambe le parti. La discussione sull’incontro tra Trump e Putin si sta svolgendo con calma e nel contesto della ricerca di soluzioni ai problemi globali. Il processo di negoziazione tra i rappresentanti del politburo e i membri del team del presidente degli Stati Uniti è ripreso, ma l’entusiasmo di un tempo è svanito. A quanto pare, Trump si è semplicemente esaurito e il tema della fine della guerra tra Russia e Ucraina è passato in secondo piano, se non addirittura messo da parte. Almeno per ora. Putin, durante i colloqui con Trump, offre con cautela la sua mediazione e promuove condizioni favorevoli agli Stati Uniti, ma categoricamente inaccettabili per l’Iran.
D’altra parte, insieme ai compagni cinesi, il politburo incoraggia Teheran a rifiutare le condizioni proposte da Washington e persino i compromessi concordati. Una tale politica porta i suoi risultati. In un post pubblicato mercoledì sul suo account X, Hadi Tahan Nazif, portavoce del Consiglio dei Guardiani della Repubblica islamica dell’Iran, ha dichiarato che il Consiglio ha esaminato la bozza del trattato di partenariato a lungo termine con la Federazione Russa e ne ha confermato la conformità sia ai principi islamici che alla Costituzione iraniana.
Ma l’anello debole di questa catena di intrighi politici è la salute del leader cinese Xi Jinping. Secondo le informazioni nei rapporti ricevuti dalla leadership russa, un eventuale cambio di potere in Cina viene preso in considerazione e molto sul serio e sarà probabilmente più progressista di Xi. Questo potrebbe portare a punti di accordo su questioni cruciali tra Cina e Occidente, a scapito degli interessi di Russia e Iran.
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