Puzzer, la Cassazione annulla il licenziamento: “Da oggi posso iniziare a gioire”
Puzzer, portuale triestino, leader nazionale della protesta “no green pass” ora può festeggiare dopo aver vinto la sua battaglia.
Puzzer torna al centro della cronaca nazionale. Il portuale triestino, divenuto simbolo della protesta contro il green pass, ha ottenuto un’importante vittoria in Cassazione: annullato il licenziamento che aveva subito nell’aprile 2022 dall’Agenzia lavoro portuale di Trieste.
“Quando ho saputo la notizia stavo andando al lavoro, ho fatto solo un passaggio rapido con i miei avvocati, ma stamattina ho avuto modo di leggere tutto con calma. Da oggi posso iniziare a gioire”. Così commenta Stefano Puzzer, che per mesi è stato al centro di polemiche, proteste e battaglie legali.
Il caso Puzzer e le origini della protesta
La vicenda affonda le radici nell’ottobre 2021, quando Puzzer, alla guida del sindacato portuale Clpt, aveva organizzato un presidio davanti al varco 4 del porto di Trieste per contestare l’introduzione del green pass nei luoghi di lavoro. Quella che sembrava una manifestazione circoscritta si trasformò in breve tempo in un movimento nazionale, attirando migliaia di persone, tra no green pass e no vax, provenienti da ogni parte d’Italia.
La protesta paralizzò il porto per giorni e raggiunse anche piazza Unità d’Italia, cuore della città. Il 18 ottobre, lo sgombero del varco con gli idranti segnò una delle pagine più controverse di quella stagione di tensione sociale.
Dal licenziamento alla vittoria in Cassazione
Nonostante fosse in possesso del certificato verde, Puzzer aveva scelto di non esibirlo all’ingresso del porto, dichiarando pubblicamente di essere risultato positivo al Covid. Quella lunga assenza, ritenuta ingiustificata, fu la causa del suo licenziamento.
Dopo due anni di battaglie giudiziarie, la Cassazione ha accolto il ricorso annullando la decisione della Corte d’Appello di Trieste. Ora la parola passa alla Corte d’Appello di Venezia, che dovrà decidere sull’eventuale reintegro.
Nel frattempo, Puzzer non nasconde la gratitudine: “Ringrazio la mia famiglia e gli avvocati Mirta Samengo e Alessandra Devetag per il lavoro straordinario fatto e per avere avuto fiducia in me fin dall’inizio. Solo grazie a loro siamo arrivati a questo risultato”.
Tra futuro incerto e nuove prospettive
“Nell’arco di tre mesi dovrebbe arrivare la nuova sentenza, a quel punto deciderò cosa fare – spiega ancora Puzzer –. Il porto è stato una famiglia per me, ma nel frattempo ho dovuto cercare altro. Ho avuto diverse possibilità e ne ho tuttora, quindi non so quale potrà essere il mio futuro”.
Migliaia di messaggi di sostegno lo hanno raggiunto nelle ultime ore: “Mi hanno scritto in tantissimi da tutta Italia… la soddisfazione più grande è aver combattuto per difendere i miei diritti ed esserci riuscito fino in fondo”.
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