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QUIRINALE: ANCORA ALLA RICERCA DI UNA REGIA

di Redazione -


Quirinale: Per il nuovo Inquilino della Casa degli Italiani solo un groviglio di tatticismi di… piccolo cabotaggio ma ancora nessuna strategia. Tra un paio di settimane è fissata la prima votazione per la scelta del nuovo Presidente della Repubblica e si è alla ricerca di una regia che fino ad oggi è mancata del tutto. Forse è la prima volta nella storia repubblicana che un Parlamento sbrindellato e senza valori, se non con il solo obiettivo di finire la legislatura, beccarsi gli ultimi accrediti di stipendio, garantirsi una pensione, sia ancora alla ricerca di un approdo che gli consenta di rinviare di un altro anno – per i non eletti – la ricerca di un lavoro al di fuori del Palazzo. Certo, la quarta ondata della pandemia ha un suo ruolo. Certo, un settennato di alto profilo come quello di Sergio Mattarella rende difficile l’individuazione di un nome adeguato su cui convergere se non rimescolando completamente le carte e mandando al Colle l’attuale Presidente del consiglio Mario Draghi scelto da Mattarella per la guida di un governo di “quasi” unità nazionale e di garanzia per l’Europa. Ma la scelta di un eventuale successore a Palazzo Chigi sta ingarbugliando ancora di più le carte. L’elezione di Ciampi e Cossiga al primo turno, e con un ampio consenso, poggiava su una regia che oggi, almeno finora, non si è vista. Chi? Giorgia Meloni che, per capitalizzare i consensi dei sondaggi, punta solo ad andare subito ad elezioni anticipate? E poi sarà quel che sarà? E, regista, non lo può essere neppure Matteo Salvini, in disaccordo su tutto con Giorgia Meloni e “ostaggio” delle mire di un Berlusconi che ad 85 anni se la vuole giocare tutta, convinto di poterla spuntare a partire dalla quarta votazione quando basteranno 505 grandi elettori Ma Salvini ha un problema ancora più grosso: decidere cosa fare… da grande: Stretto tra le leadership incalzanti dei suoi Governatori del Nord e le divisioni interne, ancora non sa se puntare, nell’anno elettorale, a recuperar una parte dei voti di Fratelli d’Italia uscendo dal governo o, restando nell’Esecutivo, creare con Matteo Renzi un’aggregazione di Centro, distante e distinta dalla destra di Giorgia Meloni e la sinistra del PD e dei suoi alleati. Ed è chiaro che, in questa confusione di idee, non può essere lui il regista dell’ “operazione quirinale” anche se si sforza di farlo credere. Un po’ come avvenne nell’estate 2019 con la richiesta dei “pieni poteri”. Se, per carità di patria, evitiamo di soffermarci sulle continue “giravolte” dei 5 Stelle, vediamo che chances di regia non le può avere neppure Enrico Letta, alla guida di un partito diviso, oggetto di recente di attenzioni d’alemiane, e in gran parte ancora renziano. Ecco, però. Renzi potrebbe essere la soluzione: ha la capacità e la spregiudicatezza per essere il king maker di una diversa maggioranza governativa e del nuovo Presidente della Repubblica. Ed infatti comincia a ragionare se, e come, far nascere un nuovo governo con un programma ben delimitato nel tempo: arrivare a fine legislatura, fronteggiare la pandemia, gestire il PNRR e varare una nuova legge elettorale. L’obiettivo è un proporzionale nel segno delle mani libere per tutti. E, nel gioco dell’oca, si tornerebbe così alla tanto bistrattata Prima Repubblica. Ma, pur valido, il segretario di Italia Viva è inaffidabile e accompagnato da una pessima nomea. Per assestagli una “legnata” definitiva e toglierselo di torno una volta per tutte, c’è chi farebbe carte false per armare schiere di franchi tiratori e far fallire i suoi progetti. Proprio come fece lo stesso Renzi per affossare la candidatura di Romano Prodi. L’obiettivo dei suoi nemici, ad oggi, è di “utilizzarlo” ma senza renderlo determinante. E se alla fine della giostra Mattarella dovesse cedere? Almeno fino alla fine di questa Legislatura? Potrebbe essere una soluzione, il Paese capirebbe e applaudirebbe, ma purtroppo, all’orizzonte, non s’intravedono teste pensanti in grado di tessere il filo in questa direzione e, pertanto, tutto viene lasciato al caso. PdA


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