Renzi il maratoneta l’incognita Terzo polo e il futuro da scrivere
MATTEO RENZI ITALIA VIVA
C’era una volta la prospettiva del grande centro. Una volta, dall’estate scorsa in vista delle elezioni politiche post Draghi, l’idea era stata proprio quella: partire dall’unione di due partiti per arrivare al Terzo Polo e poi, chissà, alla creazione di un grande centro. Ad oggi quello che si sa – non per certo – è che il Terzo Polo formatosi dall’unione tra il partito di Azione di Carlo Calenda e quello di Italia Viva di Matteo Renzi dovrebbe arrivare ad essere un partito unico, ma il partito di chi?
EX PREMIER AL PIT STOP
Sembrerebbe allontanarsi – almeno per ora – l’ex premier Matteo Renzi, che in occasione del suo intervento alla Spring School “Generazione Zoomers” promossa dal senatore Antonio De Poli, annunciato di voler fare una “pausa”. Di riflessione? Pare, o almeno dalla tv. La spiegazione sembra essere tra le più semplici: inutile andare in televisione se le cose da dire – almeno contro il governo per fare opposizione – lasciano il tempo che trovano. “Sono molto più prudente nella comunicazione perché la maggioranza centrodestra è molto solida. Questi il potete non lo mollano. Penso sia una legislatura su cui lavorare in tempi lunghi: non sui 100 metri ma come in una maratona. Ho bisogno di ritrovare una nuova narrazione: una sosta ai box non può che farmi bene”. Queste, nello specifico, le parole di Renzi che in un primo momento possono aver allarmato per la momentanea assenza, anche se il senatore ha tenuto a precisare che il suo stop sarà solamente “in termini di comunicazione televisiva, non di impegno politico”. Sonni tranquilli, ma non per tutti. Un modo, forse per non sprecare munizioni valide, ma anche molto probabilmente per smarcarsi da quanto sta accadendo dentro il Terzo Polo. Carlo Calenda lo sa: era stato proprio lui, qualche settimana fa a spiegare che nel futuro progetto politico del centro Renzi avrebbe fatto un passo indietro: “Renzi non è negli organi, non correrà per la leadership e ha spiegato di aver fatto un passo indietro da questa attività. Non vuole avere ruoli formali direttivi, lo ha detto lui”. E proprio Renzi al collega ha lasciato libertà di azione, di partecipazione (in solitaria) a viaggi e conferenze e anche alle possibili prospettive di alleanze tra le minoranze.
UOMINI SOLI
Quale miglior momento, per Calenda, per ergersi a grande capo. O meglio, auto-rieleggersi a leader del Terzo Polo. È vero che l’ex sindaco di Firenze ha ceduto il passo lasciando tutto il gioco nelle mani del politico romano, ma ormai da tempo la duplice presenza che si era vista la scorsa estate (e già poco in autunno) era diventata univoca a marchio Azione. Due uomini che si sono uniti ma che si ritrovano da soli e di cui al comando ne rimane solo uno nonostante l’obiettivo comune. Era stato proprio Renzi, non più di qualche settimana fa, ad annunciare ai suoi seguaci tramite la sua e-news la nascita, entro l’autunno del partito unico con Calenda, ma da cui, nella stessa lettera si era discostato dall’impegno diretto indicando il leader di Azione ed Elena Bonetti alla guida. Insomma, un entusiasmo che sembra latente, con la nave che rema da un solo lato anche se non sa quale direzione prendere. Perché Calenda, tra un incontro e l’altro ha sempre voluto dare una botta al cerchio – delle opposizioni – e una alla botte – del governo – tenendosi a equa distanza dall’approdo a destra e le alleanze a sinistra.
UNIONE DI FATTO
L’unica cosa chiara è che per ora, per il Terzo Polo, di fare alleanze con i rispettivi Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non se ne parla. Del resto un’unione tra Azione e Italia Viva c’è già stata e l’idillio sembra già finito. In ogni caso almeno questa prima unione rimane fondamentale: non solo per provare ad auspicare un maggiore peso politico, ma anche per non scomparire. Una eventuale divisione del Terzo Polo potrebbe significare la fine. L’obiettivo rimane quello di presentarsi come un’unica cosa (tempistiche annunciate alla mano, un unico partito) alle prossime europee del 2024: non farlo significherebbe il fallimento del Terzo Polo e la definitiva morte del sogno del grande centro. Purtroppo per Calenda, il futuro del Terzo Polo dipende anche da Matteo Renzi, che seppur in disparte e attualmente in pausa comunicatica rimane imprevedibile e con la faretra piena di frecce che possono cambiare prospettiva all’intera politica nazionale – in ultimo il colpo al gabinetto Conte e l’arrivo di Mario Draghi. Non sappiamo quindi se Renzi dovrà riprendere fiato dalla maratona, o allenarsi per qualche colpo a effetto. Sappiamo che il futuro è tutto da scrivere.
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