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Politica

Report torna a bomba dopo l’ordigno sotto l’auto di Ranucci

I servizi in onda nella puntata di domenica scatenano la polemica

di Giuseppe Ariola -


Dalla solidarietà bipartisan e incondizionata alle polemiche il passo è stato veramente breve: giusto il tempo che andasse in onda la prima puntata di Report dopo l’esplosione della bomba piazzata sotto l’auto di Sigfrido Ranucci. La trasmissione, che tradizionalmente non risparmia attacchi al governo e al centrodestra, questa volta sembra aver davvero voluto suonare la carica. Ad andare in onda sono, infatti, stati più servizi il cui chiaro intento era quello di adombrare dubbi attorno alla maggioranza su diversi episodi che negli ultimi mesi hanno interessato non solo la politica, ma anche il mondo della cultura.

La telefonata tra Sangiuliano e la moglie

Il primo di quelli finiti sul banco degli imputati riguarda proprio Report e la multa di 150 mila euro comminata dal Garante della privacy. Il tutto è accaduto dopo che la trasmissione ha dato in pasto al pubblico l’audio di una telefonata privata tra l’allora ministro Sangiuliano e la moglie. Una conversazione relativa al caso scoppiato attorno a Maria Rosaria Boccia che nulla aggiungeva all’affaire che ha portato alle dimissioni di Sangiuliano. Nulla di rilevante dal punto di vista politico o giudiziario. Niente di interessante per quanto riguarda l’aspetto squisitamente giornalistico. Nulla, se non il dolore e lo strazio di una donna mortificata fin dentro i salotti degli italiani sintonizzati sulla trasmissione.

Il componente del Garante per la privacy a via della Scrofa

Non la pensano così a Report che domenica ha trasmesso un video in cui si vede Agostino Ghiglia, uno dei quattro componenti del Garante della privacy, entrare nella sede di Fratelli d’Italia in via della Scrofa. La multa è arrivata perché il partito principale azionista del governo ha fatto pressioni, non perché c’è stata una chiara violazione della privacy. Questo il costrutto che si è inteso mettere in piedi, che anche Giuseppe Conte sembra condividere nel definire la circostanza come un “episodio inquietante”. Ovviamente il servizio ha scatenato reazioni e polemiche. Ma non è stato il solo.

Il caso Venezi e quello delle fondazioni conservatrici

Anche quello sulla discussa nomina di Beatrice Venezi alla Fenice di Venezia ha fatto parlare la parlare di “giornalismo militante” e di fatti presentati in modo “fuorviante” sui canali della Tv di Stato. Poi è stata la volta di un servizio sulle fondazioni conservatrici, neanche troppo velatamente additate di essere illegali e di propinare valori illiberali. Il tutto condito da millantati rischi per la democrazia, a partire dalla libertà di stampa. Musica per le orecchie di Elly Schlein che, proprio facendo riferimento all’episodio della bomba sotto l’auto di Ranucci, da giorni va ripetendo, dentro e fuori dai confini nazionali, che in Italia democrazia, diritti e libertà sono a rischio perché c’è un governo di centrodestra.

Le critiche dell’Ungheria a Report

Polemiche che ne alimentano altre in un turbinio che sembra lontano dal placarsi. Anche perché le critiche a Report sono giunte anche dall’Ungheria proprio nel giorno della visita di Orban a Roma. Quale migliore occasione per incendiare lo scontro mettendo nello stesso calderone l’ordigno esplosivo, il pericolo delle destre al governo e le minacce alla libertà di stampa? Un piatto ghiotto per Ranucci che ha così avuto modo di dire che finito il tempo della solidarietà per la bomba sotto la sua auto si è subito ripreso a “delegittimare Report”. Certo, sul concetto di delegittimazione ognuno ha la propria idea.


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