Ambiente

Rinnovabili bocciate, la burocrazia blocca il futuro

di Alessio Gallicola -


La protesta è arrivata al Ministero dei Beni Culturali, la richiesta a Franceschini, “sblocca le rinnovabili”, si è sentita chiara e forte. I manifestanti, con tanto di bandiere e striscioni, hanno voluto chiedere al ministro di dare finalmente una svolta al processo autorizzativo per la costruzione degli impianti di energia da fonti rinnovabili.

L’iniziativa si è svolta nell’ambito della Giornata della Terra 2022 ed è stata organizzata da “Cittadini per l’Italia Rinnovabile”, un comitato formato da cittadine e cittadini, attivisti, giornalisti, professionisti, esperti e operatori delle rinnovabili e rappresentanti di associazioni ambientaliste, che si sono radunati davanti al Ministero della Cultura. “Le rinnovabili devono trovare spazio nei piani politici a lungo termine e avere un ruolo importante nella strategia energetica italiana”, hanno sostenuto, dopo aver promosso una petizione su Change.org, che ha già superato 45.000 firme.

Nel documento che accompagna la petizione trovano spazio alcuni esempi di lungaggini burocratiche che rappresentano veri e propri ostacoli alla creazione di impianti da fonti rinnovabili, il più delle volte caratterizzati da veti imposti dal Ministero dei beni culturali e dalle Sovrintendenze.

Per quanto riguarda l’eolico, risulta bocciato l’87% dei progetti presentati: “Il Mibact – dicono – ha dato parere negativo su 41 dei 47 progetti di impianti eolici sottoposti alla valutazione di impatto ambientale statale negli ultimi anni. La ragione? Non esistono criteri per valutare i progetti, per cui è lasciata alla valutazione delle sovrintendenze che dimostrano un chiaro pregiudizio negativo”.

Situazione ancora peggiore per l’eolico in mare, dove il Ministero ha dato parere negativo a tutti i progetti eolici offshore presentati in questi anni; alcuni anche a diversi km dalla costa, “mentre – sostiene il comitato – vengono approvate piattaforme per l’estrazione di gas e petrolio negli stessi mari. A marzo 2022 a Genova è stato dato parere positivo a una nuova diga di fronte al porto alta 7 m, ma bocciate le pale eoliche proposte su strutture in cemento”.

Allo stesso modo viene vietata l’installazione dei pannelli solari nei centri storici, perché la normativa prevede il parere della locale Sovrintendenza che regolarmente boccia i progetti, così come per l’agrivoltaico in area industriale. “A Brindisi – dicono -, nell’area industriale prossima alla centrale di Cerano, è stato bocciato un impianto solare agrivoltaico con fitodepurazione in un sito di interesse nazionale da bonificare, dove è fatto divieto di coltivazioni a fini alimentari per i possibili impatti di natura archeologica”.

L’ultimo esempio è legato al solare a terra in area industriale: a Gioia Tauro, in zona industriale vicina al porto, è stato bocciato dalla Sovrintendenza un impianto fotovoltaico a terra perché difforme dalla vocazione agricola della piana, malgrado da decenni in quell’area non esista più. Solo dopo un ricorso al Tar è stato superato il parere negativo, ciò che è accaduto anche a Taranto, dove è stato di recente inaugurato il primo parco eolico in mare italiano.


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