Romania, respinta richiesta di annullamento delle elezioni. Simion: “Continua il colpo di stato”
La Corte costituzionale della Romania ha respinto la richiesta di annullamento delle elezioni presidenziali presentata dal leader dell’estrema destra George Simion, che aveva denunciato presunte irregolarità nel voto del 18 maggio. Il ricorso, depositato all’indomani della sconfitta elettorale contro l’europeista Nicușor Dan, è stato giudicato infondato. Dan ha vinto il ballottaggio con il 53,6% dei voti, contro il 46,4% ottenuto da Simion.
Simion, leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur), ha contestato l’esito delle elezioni sostenendo che il voto fosse stato influenzato da interferenze esterne e da brogli interni, evocando scenari simili a quelli del novembre 2024, quando la Corte aveva effettivamente annullato il risultato elettorale per presunte ingerenze russe e irregolarità nel finanziamento della campagna. “Le stesse condizioni di allora si sono ripresentate, ma oggi la Corte chiude gli occhi,” ha commentato Simion, denunciando un presunto doppio standard da parte delle istituzioni.
Tra le accuse mosse da Simion, anche la compravendita di voti in Bessarabia, la presenza di voti di persone decedute e una partecipazione elettorale “matematicamente impossibile”. Il leader di Aur ha inoltre puntato il dito contro Francia e Moldova, accusandole di manipolare l’ecosistema mediatico e digitale per favorire il suo avversario. A supporto delle sue tesi, Simion ha citato anche un controverso post del fondatore di Telegram, Pavel Durov, secondo cui la Francia avrebbe chiesto di limitare la diffusione di contenuti conservatori in Romania. Tuttavia, nessuna prova concreta è stata presentata alla Corte.
La decisione della Corte costituzionale, sebbene attesa, solleva inevitabilmente interrogativi sulla coerenza dell’istituzione. “Nel 2024 è bastata un’ombra d’interferenza per invalidare tutto. Oggi, con accuse simili, ci si limita a un respingimento secco, senza approfondimento,” ha commentato un osservatore politico. Per i sostenitori di Simion, si tratterebbe di una dimostrazione evidente di “due pesi e due misure”, con una magistratura che si mostrerebbe meno solerte nel valutare i ricorsi dell’opposizione di destra.
Nonostante il ricorso sia stato respinto, Simion non sembra intenzionato a fare un passo indietro. Su X ha scritto “L’unica cosa che ci resta è continuare a lottare”
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