Esteri

Russia sicura: c’è l’Ucraina dietro il massacro del Crocus City Hall

Zelensky ha firmato un decreto per avviare l'uscita dell'Ucraina dalla Convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo

di Ernesto Ferrante -


L’attacco terroristico del marzo scorso alla sala concerti “Crocus City Hall” di Mosca, costato la vita a 149 persone, sarebbe stato organizzato e commissionato dai servizi speciali ucraini. A riferirlo è stato uno dei quattro esecutori arrestati, citando comunicazioni intercorse tra i membri del gruppo e il loro capo, identificato come “Saifullo”. Il coinvolgimento di Kiev è emerso dai materiali dell’inchiesta consultati dalla Tass.

La ricostruzione dei fatti dell’attentatore

“Quando stavamo lasciando il luogo dell’attentato, Dalerjon Mirzoev e Shamsiddin Fariduni hanno inviato un messaggio al coordinatore Saifullo per comunicare che il nostro compito era stato portato a termine – ha dichiarato l’attentatore – Dalla loro conversazione ho sentito che Saifullo ha risposto dicendo che il mandante dell’attentato al Crocus City Hall era una struttura statale ucraina e che ora dovevamo raggiungere il confine tra Russia e Ucraina e attraversarlo”.

Una volta superata la frontiera, ha aggiunto l’uomo, “il coordinatore avrebbe dovuto darci ulteriori istruzioni per arrivare a Kiev, dove i mandanti ci avrebbero pagato un milione di rubli ciascuno. Ci era stato detto che era stato predisposto per noi un corridoio sicuro attraverso il territorio ucraino: dovevamo solo riuscire ad attraversare il confine”.

Il raid della Russia contro il complesso militare-industriale ucraino

Il Ministero della Difesa russo ha annunciato di aver condotto nella notte un massiccio attacco contro infrastrutture strategiche in Ucraina, colpendo obiettivi dell’industria bellica e impianti di raffinazione del petrolio. “Stanotte è stato condotto un massiccio attacco con armi di precisione a lungo raggio lanciate da aria, mare e terra, incluso il complesso missilistico ipersonico aero-balistico Kinzhal, oltre a droni, contro obiettivi del complesso militare-industriale e raffinerie ucraine”, ha fatto sapere il dicastero, assicurando che “tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti”.

L’operazione è una risposta ai bombardamenti ucraini contro infrastrutture civili russe. La Russia, si legge ancora, colpisce regolarmente “luoghi di dispiegamento di personale, mezzi e mercenari ucraini, così come strutture dell’industria della difesa, del comando militare e delle comunicazioni”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribadito che “le forze armate non colpiscono edifici residenziali né strutture sociali”.

Il commento di Peskov sulle nuove sanzioni

Il portavoce ha escluso che nuove sanzioni possano spingere il suo Paese a sedersi al tavolo dei negoziati sull’Ucraina. In un’intervista alla tv pubblica, ripresa da Interfax, Peskov è stato chiaro: “Spingere la Russia ai negoziati si può solo con logica e argomentazioni. Costringerla con la pressione o con la forza è impossibile”.

L’ipotesi di nuove misure restrittive occidentali, in particolare sul petrolio non troverà impreparata la Russia: “Più serio sarà il pacchetto di sanzioni – che, lo ribadisco, consideriamo illegali – più seria sarà la risposta da parte di Mosca. È come il rinculo di un fucile. In fin dei conti, si tratta di un’arma a doppio taglio”.

Zelensky chiede aiuto agli alleati

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello all’Occidente dopo i raid russi nella notte. In un post pubblicato su X, ha denunciato che “quasi per tutta la notte, in tutta l’Ucraina sono risuonate le sirene antiaeree: 477 droni erano nei nostri cieli, per lo più Shahed russo-iraniani, insieme a 60 missili di vario tipo”.

Durante il bombardamento, ha perso la vita il pilota ucraino Maksym Ustymenko. “Purtroppo, mentre respingeva l’attacco, il nostro pilota di F-16 Maksym Ustymenko è morto. Le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi fratelli d’armi”, ha proseguito Zelensky. “L’Ucraina deve rafforzare la propria difesa aerea: è ciò che meglio protegge le vite. Si tratta di sistemi americani che siamo pronti ad acquistare. Contiamo sulla leadership, sulla volontà politica e sul sostegno degli Stati Uniti, dell’Europa e di tutti i nostri partner”, ha concluso il leader ucraino.

L’Ucraina sta per uscire dalla convenzione di Ottawa

Zelensky ha firmato un decreto per avviare l’uscita dell’Ucraina dalla Convenzione di Ottawa del 1997, che vieta l’uso, la produzione, lo stoccaggio e il trasferimento di mine antiuomo. L’atto siglato, che dà attuazione a una decisione del Consiglio per la Sicurezza e la Difesa Nazionale, non è ancora stato pubblicato ufficialmente. Passerà al vaglio del Parlamento.


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