Salernitana, la C nell’Arechi vuoto e senza tifosi in trasferta
In quattro anni dalla A alla C, ora le pesanti decisioni del Viminale e della giustizia sportiva
Danilo Iervolino
Dal primo agosto al primo dicembre, quattro mesi, trasferte vietate ai tifosi della Salernitana: lo ha deciso il ministero dell’Interno. Inoltre le prossime due partite casalinghe dei granata nel campionato di Serie C saranno a porte chiuse: chiuso lo stadio Arechi.
Salernitana: cosa era successo
La giustizia sportiva italiana aveva condannato la Salernitana – nel 2020-2021 era stata promossa in Serie A – a iniziare la prossima stagione di Lega Pro, decidendo la sconfitta a tavolino 0-3 nell’ultima partita di playout contro la Sampdoria, che aveva ufficializzato la retrocessione in terza serie dalla B. Ciò, a seguito dei gravi incidenti di ordine pubblico durante il match (lanci di petardi, fumogeni, oggetti dal settore ospiti e tentativi di irruzione in campo), che avevano portato all’interruzione definitiva della gara al 65’ sul risultato di 0-2 per la Sampdoria.
La condanna
La condanna è severa, ma rientra negli standard dei provvedimenti della giustizia sportiva italiana in casi di gravi incidenti di ordine pubblico. La retrocessione era già maturata sul campo, ma la decisione di sanzionare la società con la chiusura dello stadio per due giornate aggiunge una penalizzazione ulteriore, che nella prassi non è la più dura possibile, ma comunque significativa, vista la gravità degli eventi verificatisi.
Giurisprudenza pregressa ricorda che in casi di spettacoli violenti ripetuti o minacce alla sicurezza dei giocatori, le sanzioni possono essere ancora più pesanti (fino a sei giornate di squalifica, in alcuni casi); tuttavia, due turni a porte chiuse sono una misura proporzionata rispetto ai fatti riportati.
Il futuro della squadra
L’imprenditore Danilo Iervolino resta il proprietario della squadra retrocessa in Serie C. Non ha funzionato il suo piano – nel 2024 aveva cercato di individuare acquirenti per la società – di provare a guidare una transizione chiamando a presiederla l’ad di Gabetti Roberto Busso, da giugno dimissionario. Non ha funzionato nemmeno la scelta di affiancare a Busso come suo vice Gianni Petrucci, figura storica dello sport italiano, anch’egli dal mese scorso dimissionario.
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