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Iervolino al vetriolo coi giocatori: “Salernitana per alcuni sarà la tomba sportiva”

di Giovanni Vasso -

DANILO IERVOLINO


“Sono un uomo gentile ma so essere duro con chi non mi rispetta”. Danilo Iervolino, presidente della Salernitana, è una furia e, insieme, un fiume in piena. La squadra allenata da Pippo Inzaghi è ultima in classifica nonostante il club sia decimo nella classifica del monte ingaggi. Gli ultras, che gli chiedevano un confronto vis-à-vis dopo l’ultima sconfitta maturata in casa contro il Bologna, lo contestano con forza e hanno tempestato Salerno di striscioni fin troppo eloquenti: “Iervolino mettici la faccia”. Lui ha convocato, per stamattina, una conferenza stampa. Disintermediata dai social. Una mossa inedita per un editore: nonostante il disimpegno da L’Espresso resta saldamente in sella a Forbes Italia con la sua Bfc Media. Ma questa, forse, è l’irritualità meno evidente. Perché nelle parole del presidente della Salernitana c’è la delusione di chi ha investito tanto e si ritrova con un pugno di mosche in mano e centinaia di tifosi che, dal “sinallagma d’amore” sono passati all’aperta ostilità.

La colpa, per Iervolino, è in prima battuta dei suoi stessi giocatori. Non s’era mai visto, almeno nei tempi più recenti, un presidente entrare così a gamba tesa sui suoi stessi tesserati. Promette un repulisti che, dipendesse da lui, coinvolgerebbe “almeno una decina di calciatori”. È deluso dagli stranieri: “tornassi indietro, prenderei qualche ragazzo italiano in più: c’è gente che non ha voluto nemmeno imparare la lingua”.  È determinato a non perdonare più nulla: “A gennaio manderò via chi non vuole restare, da ora in poi prenderemo soltanto gente che ha una voglia matta di stare a Salerno. Per qualcuno potrebbe essere la tomba calcistica”. Parole durissime che sono destinate a sollevare un polverone. Anche perché la Salernitana, che si trova a meno quattro dalla salvezza, è attesa, lunedì, dalla difficile trasferta di Bergamo. Dove incontrerà l’Atalanta. Un incrocio di sicuro non banale dal momento che la sfida un anno fa finì 8-2 per i nerazzurri allenati da Gasperini (che da calciatore giocò a Salerno in B) e aprì una fase tumultuosa in cui, in maniera irrituale per il calcio Iervolino decise prima di sollevare l’allora tecnico Davide Nicola salvo poi richiamarlo in panchina. La mossa non servì e Nicola, poi, lasciò il posto a Paulo Sousa che traghettò la squadra verso una salvezza tutto sommato tranquilla.

Iervolino, poi, non rinuncia a lanciare un’altra stoccata ai soliti procuratori: “Un presidente gentile, accogliente, che garantisce il decimo posto per salari che deve fare? Se sono duro mi rimproverano, se sono gentile idem. Erano tutti testimoni. Altri, però, mi hanno mandato messaggi d’affetto e mi hanno ringraziato. E la colpa è anche dei procuratori. Se fanno una partita buona ci bussano alla porta, e poi? Oggi pochissimi ci danno una mano”.

Durante la conferenza ha detto che, per il bene della società, sarebbe disposto anche a passare il testimone. Le sue parole, chiaramente, hanno alimentato dubbi e perplessità che lo stesso Danilo Iervolino ha voluto fugare immediatamente: “Non ho ricevuto offerte, non ho detto che la Salernitana è in vendita”. Ma lui s’è detto “meno entusiasta” di quanto non lo fosse negli anni passati.


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