Attualità

Santa Pace

di Andrea Canali -


Nel giorno del settantesimo compleanno di Vladimir Putin, e mentre da Mosca il Patriarca Kiril invia una missiva al clero ed ai fedeli dove si invita alla preghiera appunto, per il Presidente, ci rechiamo nei pressi del Vaticano per incontrare Don Sergio Mercanzin, fondatore a Roma, del “Centro Russia Ecumenica”, situato adiacente alla Santa Sede, per capire, sondare ed approfondire insieme a lui, quello che sta accadendo tra il mondo Cristiano e quello Ortodosso.
Infatti, attraverso tale testimonianza, si potrà verificare se i due mondi cristiani, ossia quello ortodosso e quello cattolico appunto, si parlino ancora, e se nell’ottica di tale dialogo ecumenico si possa arrivare a una comprensione fraterna e reciproca, tra il mondo occidentale e quello orientale, in termini di sostegno alla ricomposizione delle vicende internazionali.

Don Sergio, in quanto prete cattolico, ma anche in qualità di profondo conoscitore del mondo Ortodosso, cosa pensa di quello che sta succedendo in Ucraina?
Penso che quello che stia accadendo sia la peggior tragedia che potesse capitare all’Europa e al mondo intero. E aggiungo che, soprattutto rispetto al confronto cristiano interno nella Chiesa, a causa oggi delle dolorose vicende della guerra, temo che stiamo facendo dei passi indietro, non solo in termine di dialogo ecumenico tra cristiani, ma soprattutto anche sotto il profilo umano.

Da uomo di fede e da fondatore del Centro Russia Ecumenica conoscendo bene gli Ortodossi Russi, come vede il comportamento di Kiril?
Guardi, sicuramente si può considerare una figura che non è stata mai luminosa e che è diventata nel tempo l’ombra di Putin, dando una veste religiosa agli avvenimenti in corso. Infatti ha voluto mitizzare la guerra, elevandola quasi ad una “crociata” da farsi contro un popolo (quello Ucraino), invece che tali atti considerarli un crimine. Alla fine rischia di parlare come il più fanatico degli estremisti contro un popolo fratello, in quanto anch’esso slavo, e di religione Ortodossa, come quello Russo.

E allora il mondo Ortodosso cosa sta facendo ?
Con attenzione e discrezione la galassia ortodossa dovrebbe andare oltre il cristianesimo ed adoperarsi per diventare artefice di Pace. Anzi, tutte le religioni monoteiste in generale, che sono ben presenti in Russia, dovrebbero farlo, perché questa guerra ha sicuramente peggiorato il mondo in cui viviamo. Temo che si siano ricreati i due blocchi imperialisti; ossia da una parte quello americano, che dice di essere democratico, e dall’altra quello zarista, poi divenuto staliniano, ed oggi putiniano, della Russia.

Pensa che l’intervento del Santo Padre possa essere risolutore?
Penso sia l’unica soluzione auspicabile, in quanto, in virtù del suo carisma e della sua autorevolezza, il Pontefice potrà essere essenziale e mi auguro decisivo per il raggiungimento della Pace. Sono edotto sul fatto che è andato a parlare all’Ambasciatore della Federazione Russa, e che ha telefonato personalmente anche a Putin il quale, fino ad ora, non ha mai risposto. Non solo, ma vorrebbe recarsi proprio nei luoghi martoriati dalla guerra, per far intraprendere alle due parti dei proficui e duraturi negoziati di pace.

Quale soluzione quindi?
Ripeto, ritengo cruciale la figura del Papa, in quanto sono a conoscenza che proprio Vladimir Putin penserebbe che lui potrebbe essere il mediatore giusto. In conclusione, il mio sogno è proprio una conferenza di Pace in Vaticano con quattro parti coinvolte (Russia, Ucraina, Europa ed America) ed il Papa come mediatore tra le parti.

Bella prospettiva, ma come può affermare ciò?
Perché vivendo l’ambiente Ortodosso, sono a conoscenza del fatto che il mondo diplomatico, ed in particolare quello ebraico russo, stiano lavorando in questa direzione.


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