Scalata all’Europa
L’Unione europea ha una chance, l’unica a questo punto, di farsi mediatore per la pace, soprattutto in vista di una possibile escalation nell’Indo-Pacifico. Finché Bruxelles resterà appiattita sulle posizioni di Washington, finche i Paesi Ue si comporteranno solo e soltanto come alleati Nato agli ordini degli Usa, finché l’Europa sarà cobelligerante nel conflitto russo-ucraino, non ci saranno processi di pace, non ci saranno negoziati per un cessate il fuoco.
Sonnox Oxford VST Crack
Il quadro è chiaro: per l’amministrazione Biden bisogna sostenere militarmente l’Ucraina di Zelensky contro la Russia di Putin il più possibile. L’obiettivo della Casa Bianca è duplice: logorare la Federazione Russa e ampliare a dismisura la frattura tra Mosca e l’Europa, a colpi di sanzioni e riempiendo Kiev di armi e armamenti Nato. Il risultato per Washington è da un lato vendere a quattro volte tanto il gas liquefatto all’Europa, orfana del gas russo, e dall’altro indebolire economicamente l’avversario russo. Per non parlare di quell’asse energetico e commerciale tra Russia e Germania che per molti analisti è la vera causa del conflitto in Ucraina. Quando gli Usa vogliono indebolire l’Europa sostanzialmente significa che vogliono colpire la Germania, inutile girarci attorno.
La via per i negoziati
L’attuale scenario dunque non ha una via d’uscita se non quella che può e dovrebbe a nostro avviso intraprendere la Ue: sganciarsi dagli Usa e farsi garante per la pace. Prima in Ucraina e poi, soprattutto, nell’Indo-Pacifico. Bruxelles insomma deve fare l’esatto opposto di quello che propone Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, secondo il quale la Ue deve schierarsi “con l’Ucraina e Taiwan”. L’esponente della Csu si è detto ovviamente “piuttosto sbalordito” dalle recenti dichiarazioni su Taiwan del presidente francese Macron. Weber ha aggiunto che un disaccoppiamento dell’Ue dalla Cina è impossibile, ma “non dobbiamo essere ingenui con la Cina”. La Ue necessita di “rinnovamento nella competizione con Cina e Russia”. Per tale motivo, ha commentato convinto Weber – con riferimento alle recenti dichiarazioni di Macron (poi ritrattate) sul fatto che la Ue non debba essere vassalla di Washington – “non è giusto” indebolire il partenariato tra Ue e Usa.
Così ci guadagnano solo gli Usa
Partenariato che però vede da un lato chi ha tutto da guadagnare – gli Usa – e dall’altro chi ha tutto da perdere – la Ue. La ragione per cui Bruxelles è legata mani e piedi a Washington nel conflitto russo-ucraino è perché i Paesi Ue sono alleati Nato. L’unico esercito comune della Ue è quello delle forze Nato. Sta proprio qui il problema: l’assenza di un esercito comune europeo. Con le sue forze armate la Ue potrebbe decidere se appoggiare o meno un Paese in conflitto con un altro Paese, così come se appoggiare o meno gli Usa. Ma poiché, come si dice, “con i se e con i ma la Storia non si fa”, a maggior ragione la Ue deve puntare alla pace, a farsi garante di quei negoziati tra Kiev e Mosca finora respinti dagli Usa e quindi da tutto l’Occidente. Il piano di pace cinese è stato rifiutato perché Pechino non ha condannato l’invasione russa. E perché Pechino è in affari con Mosca in quello che in tanti definiscono il “nuovo ordine mondiale” ma che in realtà è semplicemente il multilateralismo. Dove non c’è più una potenza egemone – nella fattispecie gli Usa. Ma Washington è ancora egemone per la cara vecchia Europa.
Taiwan non è l’Ucraina
La Ue sta ripetendo lo stesso errore compiuto con il conflitto russo-ucraino: sta prendendo le difese di Taiwan contro la Cina. Sempre in difesa di libertà e democrazia – come tutti ripetono – nei fatti, però, sempre succubi degli Stati Uniti, che vogliono essere ancora i guardiani indiscussi di libertà e democrazia su scala globale. Ma l’Occidente a guida Usa non è protagonista nell’Indo-Pacifico. E schierarsi con Taiwan nell’ottica di un possibile conflitto con la Cina potrebbe essere fatale. Perché quello che stiamo vedendo in Ucraina è niente rispetto a quello che potrebbe scatenarsi se gli Usa e la Nato (e quindi la Ue) sostenessero militarmente Taiwan contro Pechino in una logica di deterrenza.
La crisi nell’Indo-Pacifico è di portata ben più grave e pericolosa di quella in Ucraina. Se la guerra alle porte dell’Europa fa paura perché è vicina, un conflitto Usa-Cina deve terrorizzare il mondo intero. Motivo per cui forse una guerra simile non scoppierà. Ma in questa fase il ruolo della Ue si gioca sul filo del rasoio: se per la Cina saremo accumunati in tutto e per tutto agli Usa, per l’economia dell’eurozona sarà la fine. E sostenere militarmente Taiwan in questa ottica non sarebbe per niente una bella mossa.
Torna alle notizie in home