Attualità

Selvaggia, la crociata 2.0 che ora fugge dai social

di Rita Cavallaro -


Il solito copione dei moralizzatori, di quelli che un tempo scagliavano la pietra e nascondevano la mano e che oggi, a colpi di tweet, non possono più confondersi nella folla. Anzi, che quella folla la usano per combattere le battaglie della propaganda contro un nemico al giorno, che sia vip o comune mortale, contro il quale scatenate le truppe cammellate di seguaci da psico setta, quelli cresciuti così tanto a pane e catechesi da essersi ormai convinti di dover evangelizzare il mondo.

“Pentiti suddito, perché è tua la colpa”, è il significato sotteso a ogni post che punta l’indice contro l’avversario politico, il libero pensatore e perfino il truffatore, in nome di un’autoinvestitura da crociati 2.0 che la guerra santa e la crisi dell’Occidente fanno finta di non vederle, che i problemi da mettere in prima pagina sono la finta recensione di una pizzaiola di provincia. D’altronde a ciascuno il suo, perché il libero arbitrio, si sa, è proporzionato alla caratura morale di chi lo esercita e i moralizzatori della pagliuzza nell’occhio altrui sono certamente la categoria più alla portata del popolino.

E il giochino per coloro ai quali piace vincere facile, funziona. Porta like, porta consenso, eleva perfino gli ultimi dalle stalle alle stelle, come è successo con quelle 5 Stelle che proprio nell’Elevato hanno posto il loro Verbo. Dal cui humus hanno preso forma personaggi pronti ad aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno ma che, alla fine, non riescono a permettersi più il tonno in vetro. Perché i seguaci contemporanei sono un po’ come gli infedeli di Duemila anni fa, a parole con Gesù ma nei fatti salvano Barabba. Allora il moralizzatore de noantri, per sopravvivere alla barbarie del social, prima di partire con le intemerate su X dovrebbe avviare un’analisi sociologica dei propri followers, prevedere le implicazioni di uno scontro diretto con il nemico del momento.

Certo, Selvaggia Lucarelli, dall’alto della sua lunga esperienza da Capitan Ventosa intenta a smascherare furbetti mangiucchiati dagli squali veri, non si è resa conto di essersi trasformata lei stessa in “Pasqualo lo squalo” e ha perseguito con la sua missione contro una poveraccia, una madre di famiglia 60enne che, da anni, nel suo ristorante portava avanti la solidarietà, con la pizza sospesa per i disabili. Ma visto che nessuna buona azione resta impunita, per Giovanna Pedretti la punizione è arrivata impietosa. “Ha falsificato la recensione contro gay e diversamente abili per farsi pubblicità”, l’accusa della giornalista del Fatto e del suo compagno, lo chef Lorenzo Biagiatelli, uno che anziché preparare ratatouille telefona alla malcapitata per smascherare la truffa.

E pubblica la telefonata, scatenando insulti social e suscitando l’interesse del servizio pubblico, che manda un giornalista per mettere letteralmente spalle al muro la ristoratrice-falsificatrice. Un altro colpo da maestro dei soliti paladini dei giusti, se non fosse che la povera Giovanna, chiamata perfino dai carabinieri per chiarire la veridicità di quella recensione, si è suicidata. Un danno collaterale, ci saranno altri problemi dietro, mica una si ammazza per un post: le giustificazioni di chi se n’è sempre infischiato se nella battaglia ad armi impari qualcuno resta a terra. O sottoterra. Perché stavolta non è andata come con Chiara Ferragni, che dopo la storia di pandori e uova si è chiusa tra le quattro mura della sua non umile dimora. L’influencer le spalle larghe le aveva, vista la dimestichezza con i social. Ma non Giovanna.

E forse nemmeno la stessa Selvaggia, forte con i deboli e, alla fine, in fuga davanti alla shitstorm epocale che le si è rivoltata contro. La Lucarelli, attaccata da ogni fronte e forse assalita dal timore di quell’inchiesta aperta per istigazione al suicidio, a modo suo un passo verso il gesto estremo l’ha fatto, dato che la sua esistenza è correlata al suo profilo social. La paladina dei giusti, ieri, ha fatto un post, con la funzione commenti bloccata, con il quale ha informato i followers che avrebbe lasciato per un po’ X, la piattaforma che Elon Musk ha voluto libera e non soggetta a restrizioni. Si trasferirà su Instagram, dove segnalare haters ancora funziona e dove, per essere moralizzatori, basta solo un click.


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