Attualità

Si pente Sandokan: il boss della camorra è in carcere da 26 anni

di Angelo Vitale -

Francesco Schiavone nel giorno del suo arresto, 26 anni fa


Ha ormai 70 anni, gli ultimi 26 li ha passati in carcere: ora si è pentito, il boss dei Casalesi Francesco Schiavone. Fu soprannominato Sandokan, si dice, “per la sua somiglianza con Kabir Bedi – raccontava il docufilm ‘O sistema di Matteo Scanni e Ruben H.Oliva nei primi anni del 2000 -. Il procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho (oggi parlamentare 5Stelle, ndr): “È un soprannome che ha sempre rifiutato. Ricordo che in udienza, una volta, s’impuntò, e sbraitando disse che all’anagrafe lui era solo Schiavone Francesco, di Nicola”. E’ ritenuto uno dei fondatori della sanguinaria camorra della provincia di Caserta.

A riportare la notizia del suo pentimento, il quotidiano Cronache di Napoli. Secondo quanto si apprende, ai familiari di Schiavone – originario di Casal di Principe – è già stato offerto di entrare nel programma di protezione riservato ai familiari dei collaboratori di giustizia, come avvenuto già nel 2018, quando a pentirsi fu il figlio Nicola Schiavone. Ergastolano, detenuto da anni al 41 bis, Francesco Schiavone è in carcere ininterrottamente da 26 anni: è stato arrestato l’11 luglio del 1998 dopo 13 ore di demolizione, in un bunker dal quale uscì tenendo in braccio la figlia. Da principale imputato, è stato condannato nel maxi processo Spartacus.

A confermare l’avvio della collaborazione con la giustizia, la Direzione Nazionale Antimafia e la Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, che da alcune settimane hanno avviato i primi colloqui con l’ormai ex boss del clan dei Casalesi.

Da autista a boss della camorra, tutta ancora da scrivere – se forse parzialmente tutta nota alla magistratura – la sua carriera criminale, già interrotta il 22 maggio 1989 con un arresto in Francia operato dalla Catturandi della questura di Caserta guidata dall’allora vicequestore Gigi De Stefano. Schiavone nell’aprile dell’anno successivo fu scarcerato per decorrenza dei termini. Di sicuro interesse da approfondire, nei mesi che verranno, il racconto che potrà fare non tanto dei molti fatti di sangue che hanno costellato gli anni del suo padrinato sulla camorra casertana, ma i rapporti con la politica e l’economia che i clan hanno intessuto negli anni. Proprio agli interessi di una “certa politica” che lo aveva voluto catturare nel 1998 furono dedicate le sue prime parole all’atto dell’arresto 26 anni fa.


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