Attualità

Sicurezza e degrado periferie ai raggi X: parla Alessandro Battilocchio

di Eleonora Ciaffoloni -


Ieri la Camera dei deputati ha dato il via libera all’Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. La proposta di legge per l’istituzione della Commissione è stata approvata, all’unanimità, con 212 voti favorevoli.
“Si inizia con lo spirito giusto” ha detto il deputato di Forza Italia Alessandro Battilocchio, primo firmatario della proposta di legge approvata da tutta l’Aula.

Commissione per le periferie. Una unione di intenti?
“Siamo riusciti all’interno della Commissione Affari Costituzionali a creare un testo unificato – che è andato al voto – sintesi delle proposte provenienti da tutti i gruppi politici e che ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche presenti in parlamento. La commissione monocamerale, che sarà composta da 20 deputati, entrerà in funzione nelle prossime settimane”.
Quali sono gli obiettivi?
“La sfida vera da vincere è legata a due fasi: una prima fase relativa all’analisi, all’approfondimento e all’inchiesta sullo stato del nostro Paese; una seconda fase, imprescindibile, è quella della proposta e dell’assunzione di responsabilità. Quindi studiare la situazione e fare delle proposte che abbiano spunti normativi propedeutici a un’azione del Parlamento”.
La Commissione sulle periferie era stata istituita anche nella XII Legislatura. Cosa cambia?
“È un lavoro prezioso quello che è stato fatto nella XII legislatura e rappresenta una base importante da cui ripartire. Rispetto ad allora le situazioni sono un po’ cambiate. C’è stata la pandemia, ad esempio, che per molte situazioni ha evidenziato ulteriori criticità. Sicuramente è un lavoro che va ripreso, ma che va approfondito e aggiornato. Quella delle periferie è una tematica trasversale che va da Nord a Sud, che non ha colore politico e che condivide in alcuni casi problematiche comuni, ma anche tante peculiarità legate alle singole città. Sarà questo il lavoro da fare”.
Quali sono gli aspetti più preoccupanti?
“Ci sono una serie di situazioni da valutare, ma di certo, da affrontare ci sono delle problematiche comuni: come lo stato di abbandono e di degrado di alcuni territori e lo stato di incuria di molte zone. Importante anche intervenire per aumentare la sicurezza e migliorare l’integrazione sul territorio, che spesso è dovuta anche a delle situazioni derivanti dall’assetto urbanistico di alcune periferie che sono diventate un “non luogo”.
Come si immagina la commissione possa agire?
“Ci sono problematiche evidenti e crescenti che conosciamo e che ci sono da tempo, ma c’è già un sostegno importante esistente nelle periferie, che sono molto spesso sede di istituzioni culturali importanti, poli tecnologici, parrocchie, associazioni, ma anche il presidio di legalità rappresentato dalle forze dell’ordine. Sono tutti aspetti da valorizzare attraverso la promozione di servizi di assistenza, di investimenti e quindi di interventi economici e infrastrutturali che vadano in aiuto delle realtà che caratterizzano le nostre periferie. Interventi che possono e vogliono andare a migliorare la qualità della vita dei cittadini e offrire loro un Paese migliore”.
Questa Commissione potrà lavorare quindi a supporto de gli enti locali?
“È questa la vera sfida. Perché dopo la valutazione sul territorio deve esserci l’efficacia della proposta. È qui che si gioca la vera riuscita di questa Commissione. Bisogna ripartire dalle periferie, perché, come dice Papa Francesco dobbiamo essere “consapevoli che non sono la fine all’inizio della città”. Mi auguro che con questo spirito la commissione possa entrare nel vivo dei lavori già nelle prossime settimane”.


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