Silvestri, il gossip sul figlio e il test del Dna che la scagiona
RACHELE SILVESTRI POLITICO
Voci, donne, pettegolezzi, additate e smentite. Fino alla parola “fine”. A scriverla è stata la protagonista della storia, Rachele Silvestri, la deputata di Fratelli d’Italia che per settimane è stata al centro di un insistente giro di voci che è circolato tra i banchi dell’aula fino a tutto il Transatlantico per cui è stata costretta a fare il test di paternità al figlio di appena tre mesi. La storia è semplice ed è sempre legata a doppio filo a un maschilismo che ancora, in politica, imperversa.Tornando poco indietro nel tempo, Rachele Silvestri, deputata marchigiana di Ascoli Piceno, è entrata nella politica nazionale qualche anno fa, nel 2018, tra le fila del Movimento 5 Stelle. Nel 2021 – dopo aver più volte condiviso la politica e il linguaggio di Giorgia Meloni – è approdata in Fratelli d’Italia, partito con cui, alle elezioni politiche dello scorso settembre è stata ricandidata nella circoscrizione abruzzese. Rachele Silvestri è stata rieletta e, le voci sul suo conto – a quel tempo era incinta – hanno cominciato a rincorrersi. È così che alcuni bisbigli, a seguito della nascita del figlio pochi mesi fa, sono diventati pettegolezzi “confermati” che hanno coinvolto tutto Montecitorio. Le voci sono semplici e dicono che il figlio della Silvestri sarebbe nato da una relazione clandestina con “un esponente di spicco di Fratelli d’Italia, sposato”. Relazione da cui non solo sarebbe nato il piccolo, ma anche con cui la stessa Silvestri avrebbe riottenuto la candidatura alle elezioni politiche. Gossip insistenti che, un mese fa, sono arrivati fino a lei e per cui è stata costretta a smentire attraverso un test sulla paternità del bambino, risultata – chiaramente – essere del compagno.
Una verità venuta fuori grazie a una lettera-sfogo che la deputata ha reso nota sul Corriere della Sera. “Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione” scrive Silvestri. E invece, molto probabilmente, bisogna essere donne per capire. Perché nessuna voce è andata a insinuarsi tra i trascorsi del famoso “esponente di spicco di FdI”, nessuno è andato a chiedere a lui di smentire, nessuno – tra le altre cose – glie ne ha fatto una colpa. Portare il fardello non solo del gossip, ma anche dell’umiliazione, è stata ancora una donna. “Mi chiedo – aggiunge Silvestri nella lettera– Ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato?”. La sua colpa, quindi, sarebbe stata quella di essere rimasta incinta in campagna elettorale e aver partorito a parlamento conquistato: tempi e momenti sbagliati, per essere mamma. Nella sua lettera Silvestri spiega che non sa da chi questa voce sarebbe stata lanciata e inventata – “L’unica cosa che so è che è un uomo, probabilmente un politico” – e non ne conosce i secondi fini: “Qualunque sia la ragione, mi fa orrore. E penso che qualsiasi persona dotata di buonsenso ispirata a un ethos sociale condiviso, a un’umanità viva e solidale la pensi allo stesso modo”.
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