Attualità

Soldi dei migranti per dare la scalata al calcio che conta

di Ivano Tolettini -


Gigi Fresco è il Ferguson del calcio professionistico italiano. Da 42 anni, sì avete letto bene, è allenatore e patron della Virtus Verona che milita nel girone A della serie C. È un carismatico uomo di sport che dall’autunno 2021 è alle prese con una pesante accusa, per la quale protesta l’innocenza: “Ho la coscienza tranquilla, non ho utilizzato nel calcio i soldi versati dallo Stato, tramite la Prefettura, sui bandi per i migranti”. Era il 4 novembre 2021 quando il tribunale dispose il sequestro preventivo diretto e per equivalente di 12 milioni di euro a carico della Virtusvecomp Verona srl, di cui fino a quel momento Fresco era il legale rappresentante. Il suo nome fu iscritto sul registro degli indagati per le ipotesi di truffa ai danni dello Stato, falso, turbativa d’asta, riciclaggio e autoriciclaggio. Da allora il 63enne nega le accuse, ma a non essere dello stesso avviso è la Procura della Repubblica di Verona che nei giorni scorsi ha ottenuto il rinvio a giudizio di Gigi, all’anagrafe Luigi, Fresco e la sua posizione dovrà essere vagliata dal tribunale.
Il gup Carola Musio nell’ordinare la citazione a giudizio ha ritenute prescritte le ipotesi accusatorie per il 2016, mentre ha ritenuto gravati da indizi di colpevolezza il biennio 2017-2018 perché l’imputato deve difendersi dall’accusa di avere “illecitamente trasferito i fondi per i migranti in attività imprenditoriali, in particolare relative alla squadra di calcio Virtus Verona, passata dal calcio dilettantistico a quello professionistico proprio nel triennio 2016-2018”. Fresco, infatti, per il pm Diletta Schiaffino ha architettato l’ipotetica frode quando inserì nell’oggetto sociale della Virtusvecomp anche “l’accoglienza per cittadini stranieri ospitabili mediante la partecipazione ai bandi appositamente indetti”. Lo stesso Pm contesta che Fresco per “poter iscriversi alla lega calcistica professionistica, cambiava nuovamente l’oggetto sociale limitandolo all’attività sportiva, ma alla fine del 2018 veniva nuovamente inserito l’assistenza non specialistica finalizzata all’ospitalità di profughi”.
In questa maniera oltre ad avere assistito centinaia di migranti, Fresco avrebbe trasferito fondi da Virtusvecomp alla Virtus Verona di cui era lo stesso titolare. Vero è che successivamente all’apertura dell’inchiesta Fresco rinunciò alla carica di legale rappresentante della società di calcio, come hanno osservato i suoi avvocati Alessandro Avanzi e Roberto Canevaro quando fecero ricorso in Cassazione contro il rigetto del tribunale del Riesame di Verona del dissequestro dei 12 milioni di euro. Tuttavia, i giudici di legittimità un anno fa mantenendo il sequestro motivarono che “l’indagato Fresco Luigi, anche dopo le dimissioni da amministratore di Virtus Verona srl (di cui è sempre l’allenatore e il patron, ndr), continua a tutt’oggi ad essere socio di riferimento della società «attraverso quote direttamente o indirettamente possedute», circostanza idonea a consentirgli, in ogni momento, di gestire il patrimonio di essa, anche tenuto conto del ruolo di testa di legno assunto dall’attuale amministratore De Paolis Foglietta Vittorio e della possibilità di revoca e sostituzione della sua nomina in ogni tempo, con consequenziale utilizzazione del denaro ritenuto profitto del reato di truffa ai danni dello Stato”. Dunque, per i supremi giudici resterebbe il dominus della Virtus Verona e per questo motivo il ricorso era stato dichiarato inammissibile. Ma “più guardo le carte dell’inchiesta, e più capisco di non avere fatto nulla di illecito, vado a processo sereno” dichiara Fresco alla cronista Laura Tedesco del Corriere del Veneto. Che è atteso a un braccio di ferro legale in aula mica da poco, anche perché la Prefettura veronese si è già costituita parte civile all’udienza preliminare con l’Avvocatura dello Stato per chiedere la restituzione dei soldi ritenuti oggetto della ipotetica frode ai danni dello Stato che sarà quantificata all’apertura del dibattimento. Nel frattempo il Ferguson italiano continua a guidare dalla panchina e ad incitare i suoi ragazzi che sono 14esimi in classifica in una posizione tranquilla. Quella che vorrebbe raggiungere anche lui. Ma dovrà convincere il tribunale.


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