Esteri

Sottomarino scomparso, si complicano le ricerche: “I mezzi Nato non ce la fanno”

di Cristiana Flaminio -


Si complicano le operazioni di salvataggio per recuperare il sottomarino scomparso alla ricerca del Titanic. I mezzi Nato, a cui è stato chiesto di impegnarsi a trovare il batiscafo sparito, non riescono a raggiungere la profondità richiesta. Il relitto della nave, infatti, giace a 3.800 metri sotto le acque dell’Oceano Atlantico. A dare la notizia è stato il ministero della Difesa della Gran Bretagna che si è detto, contestualmente, “pronto a mettere a disposizione la sua esperienza” mentre si sta “continuando a monitorare la situazione”. I mezzi sommergibili della Nato, stando alle analisi degli esperti britannici, non sarebbero in grado di gestire la pressione e non potrebbero, perciò, operare in sicurezza. Difatti, i sottomarini dell’Alleanza Atlantica arrivano fino a 610 metri di profondità mentre i “droni subacquei” non andrebbero oltre il chilometro. Troppo poco per sperare di incappare nel sommergibile che ha tentato di raggiungere il Titanic a 3.800 metri sotto il mare.

La corsa contro il tempo, nella speranza di salvare equipaggio e passeggeri, continua. Le cinque persone a bordo del sommergibile della OceanGate Exploration avrebbero, a disposizione, tra le 70 e le 96 ore di ossigeno. Poi le scorte finirebbero, condannandoli a una fine orribile. Le ricerche vanno avanti da domenica scorsa. I ricercatori hanno fatto sapere che “il sommergibile ha lasciato la nave Polar Prince per l’immersione verso le otto del mattino e hanno perso contatto nel giro di due ore, dopo aver atteso il ritorno, hanno avviato una prima ricerca e non sono stati in grado di trovare niente o nessun segno e hanno contattato la guardia costiera”.

 


Torna alle notizie in home