Sparatoria a Sidney: 20 feriti
Esclusa la matrice terroristica, l'attentatore catturato in un appartamento
Domenica sera a Sydney, un uomo di 60 anni ha aperto il fuoco in una strada trafficata di Croydon Park, nella zona ovest della città: nella sparatoria, 20 feriti.
La sparatoria di Sidney
Nella sparatoria a Sidney l’uomo ha esploso tra 50 e 100 colpi d’arma da fuoco contro veicoli di passaggio, ferendo 20 persone. Colpiti anche alcuni veicoli della polizia.
Il più grave ha riportato ferite al torace e al collo, è stato operato d’urgenza ed è in condizioni critiche.
Altre tre persone, dopo la sparatoria di Sidney, si sono presentate spontaneamente alla polizia con ferite lievi, mentre, tra i feriti, diversi residenti hanno subito tagli e contusioni da schegge e vetri rotti.
L’arresto
La polizia ha arrestato il sospettato in un appartamento due ore dopo l’accaduto, l’uomo è stato curato per le ferite riportate durante l’arresto.
Le autorità escludono motivazioni terroristiche o legami con bande criminali, e indagano sulle cause dell’episodio.
Le sparatorie di massa sono rare in Australia, dovuto a rigidi divieti sulle armi automatiche e semiautomatiche in vigore dal 1996 dopo la strage di Port Arthur.
La strage di Port Arthur
Il 28 aprile 1996, Martin Bryant, un giovane di 29 anni, a compiere uno dei massacri più sanguinosi nella storia australiana. Il fatto, nel sito turistico di Port Arthur, in Tasmania.
Bryant uccise 35 persone e ne ferì 23 sparando con armi da fuoco semiautomatiche in vari punti della località, inclusi visitatori, personale e residenti. Tra le vittime, due bambine di 3 e 6 anni.
Durante l’attacco, Bryant impedì le chiamate di emergenza tagliando i cavi del telefono. Poi prese ostaggi e causò un incendio prima di essere catturato dalla polizia il giorno successivo.
Il massacro accese un ampio dibattito nazionale sul controllo delle armi. E portò il governo australiano a introdurre leggi molto rigorose sul possesso e sull’uso di armi da fuoco, inclusi divieti su armi semiautomatiche e automatiche.
Una condanna a 35 ergastoli senza possibilità di rilascio con la detenzione in un carcere di massima sicurezza, colpì l’attentatore.
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