Politica

Stefania Craxi presidente della commissione Esteri al Senato. Storia di una sconfitta a 5 Stelle

Licheri, il candidato di Conte imposto sulla Nocerino (su cui puntava Di Maio), non convince e si ferma a nove voti

di Adolfo Spezzaferro -


Stefania Craxi è il nuovo presidente della commissione Esteri del Senato: la sua elezione più che una vittoria del centrodestra è una sconfitta del Movimento 5 Stelle. Divisi non si vince, d’altronde. I voti a favore della senatrice di Forza Italia con scrutinio segreto sono stati 12, contro i nove voti andati a Ettore Licheri (M5S) e un astenuto. Lo psicodramma a 5 Stelle si è consumato nello scontro tra i due candidati portati dai 5 Stelle. Perché attualmente il M5S è spaccato in due: i governisti che fanno capo al ministro degli Esteri Di Maio da una parte e i grillini 2.0 che fanno capo all’ex premier Conte dall’altra.
Ebbene, il candidato di Conte era Ettore Licheri, il candidato di Di Maio invece era Simona Nocerino, che commenta a caldo la sconfitta per il M5S: “Scelta non convincente, abbiamo perso la presidenza della commissione”. Come è noto, la votazione si è resa necessaria dopo che il presidente della commissione Vito Petrocelli è stato espulso dal M5S perché filorusso e i componenti della commissione si erano dimessi in massa (questo perché il presidente non può essere sfiduciato). A detta degli analisti, il fatto che Conte si sia impuntato su Licheri non ha permesso ai 5 Stelle di prendere voti al di fuori dallo schieramento M5S-Pd. Mentre la Nocerino avrebbe avuto più chance. Ma il leader M5S ha voluto comunque imporre Licheri. La Craxi, già sottosegretaria agli Esteri, invece è stata votata da tutto il centrodestra e dai senatori del Misto.
Nel dettaglio, a votare per la senatrice di FI, sono stati ovviamente i colleghi di partito, i quattro senatori della Lega e il senatore di FdI Adolfo Urso. Ma anche tre senatori del Misto, tra cui l’ex premier Mario Monti. A conti fatti, infine, la Craxi dovrebbe esser stata votata anche dall’ex grillino Emanuele Dessì (Cal). Per Licheri invece hanno votato i cinque pentastellati, i tre senatori del Pd e un senatore di Iv. Casini dovrebbe aver votato scheda bianca. Usiamo il condizionale perché la votazione è segreta.
Dal canto suo, la neoeletta presidente si dice onorata per l’incarico e commenta: “La politica estera di un grande Paese non deve essere argomento divisivo, soprattutto ora, tra maggioranza e opposizione, lavoreremo assieme”. Dobbiamo “dare subito segnali chiari, c’è una guerra in corso, serve la durezza necessaria per condurre al dialogo, anche la commissione darà segnali in questo senso”. Parole di chiara fede atlantista – “serve la durezza necessaria” contro la Russia per arrivare ai negoziati di pace – perfettamente in linea con il governo Draghi.
Intanto Conte, che pare sia su tutte le furie per la sconfitta subita (anche se in verità se l’è proprio cercata), dovrà assumersi la responsabilità di aver fatto perdere la presidenza al M5S. A maggior ragione che Di Maio puntava sulla Nocerino per un asse Farnesina-Senato. L’ex premier ha convocato un consiglio nazionale straordinario “per capire le dinamiche che hanno portato a perdere la presidenza della commissione”. C’è poco da capire: il suo candidato non era quello vincente. A sentire Stefano Buffagni, già sottosegretario e viceministro M5S nei governi Conte 1 e 2, quanto è accaduto in commissione “è vergognoso. Credo che sia una bruttissima pagina di scorrettezza politica e democrazia. Poi, lo sfregio della Craxi, proprio una mancanza di rispetto e di scorrettezza nel segreto dell’urna. Lo trovo davvero sgradevole”. Chissà se si esprimerà in merito anche il titolare della Farnesina. Casini sornione chiosa: “La Craxi promossa, maggioranza bocciatissima”.


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