Il congresso del Pd non è solo presente, ma anche futuro. C’è chi guarda alle primarie per risalire le gerarchie o ottenere la poltrona desiderata. Ecco perché, nelle ultime ore, diversi big, facendosi forti dei sondaggi (che vedono in vantaggio il governatore Stefano Bonaccini) cercano di buttarsi sul carro del vincitore. Tale regola, però, in politica non sempre premia. In questo ambito, solitamente la spuntano i fedeli.
L’ingenuità delle amazzoni lettiane
Le uniche a non capirlo sono Deborah Serracchiani e Simona Malpezzi, a capo dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. Queste ultime, senza pensare troppo, twittano a favore del governatore dell’Emilia, dimenticando che le rilevazioni non sempre sono attendibili. Basta qualche ora o scandalo per cambiare gli equilibri. Non sarebbe utopia in un gruppo composto perlopiù da consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti di categoria. Quando si amministra, è sufficiente il nulla per trovarsi dentro un processo. Detto ciò, le amazzoni di Letta, secondo i rumors, sarebbero già state “trombate”, utilizzando il politichese, alle origini. A parte il fumo e le promesse di sonanti ministeri, Stefanone avrebbe già avrebbe già individuato due ancelle per sostituirle. A Montecitorio, tutti sanno che la designata ha un nome e cognome: Anna Ascani. Su quest’ultima avrebbero garantito gli ex ministri Graziano Delrio e Lorenzo Guerini. Bonaccini, d’altronde, deve tutto agli ex renziani, a Base Riformista. Ecco perché nelle caselle che contano non potrà non esserci un profilo proveniente da quel mondo. Stesso discorso vale per la vicepresidenza dell’aula, carica ricoperta allo stato dalla nativa di Città di Castello, dove probabilmente ci andrà un uomo. Secondo i più sarebbe Piero De Luca, figlio del presidente campano, trasformatosi in pochi giorni da critico a portatore d’acqua. Sostituzione dovrebbe esserci pure a Palazzo Madama. Simona Malpezzi dovrebbe essere sacrificata per la napoletana Valeria Valente. A quest’ultima sembrano non bastare più le passerelle sulle donne. Difficilmente che possa prevalere il mal di pancia dei giovani turchi di Matteo Orfini, a cui è stato promesso un ruolo di spicco in direzione. Niente da fare per la vicepresidenza del partito, dove è più che blindata Pina Picierno.
Elly e i suoi compagni
SULLA POLTRONA DEL VINCITORE

Il congresso del Pd non è solo presente, ma anche futuro. C’è chi guarda alle primarie per risalire le gerarchie o ottenere la poltrona desiderata. Ecco perché, nelle ultime ore, diversi big, facendosi forti dei sondaggi (che vedono in vantaggio il governatore Stefano Bonaccini) cercano di buttarsi sul carro del vincitore. Tale regola, però, in politica non sempre premia. In questo ambito, solitamente la spuntano i fedeli.
L’ingenuità delle amazzoni lettiane
Le uniche a non capirlo sono Deborah Serracchiani e Simona Malpezzi, a capo dei gruppi parlamentari di Camera e Senato. Queste ultime, senza pensare troppo, twittano a favore del governatore dell’Emilia, dimenticando che le rilevazioni non sempre sono attendibili. Basta qualche ora o scandalo per cambiare gli equilibri. Non sarebbe utopia in un gruppo composto perlopiù da consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti di categoria. Quando si amministra, è sufficiente il nulla per trovarsi dentro un processo. Detto ciò, le amazzoni di Letta, secondo i rumors, sarebbero già state “trombate”, utilizzando il politichese, alle origini. A parte il fumo e le promesse di sonanti ministeri, Stefanone avrebbe già avrebbe già individuato due ancelle per sostituirle. A Montecitorio, tutti sanno che la designata ha un nome e cognome: Anna Ascani. Su quest’ultima avrebbero garantito gli ex ministri Graziano Delrio e Lorenzo Guerini. Bonaccini, d’altronde, deve tutto agli ex renziani, a Base Riformista. Ecco perché nelle caselle che contano non potrà non esserci un profilo proveniente da quel mondo. Stesso discorso vale per la vicepresidenza dell’aula, carica ricoperta allo stato dalla nativa di Città di Castello, dove probabilmente ci andrà un uomo. Secondo i più sarebbe Piero De Luca, figlio del presidente campano, trasformatosi in pochi giorni da critico a portatore d’acqua. Sostituzione dovrebbe esserci pure a Palazzo Madama. Simona Malpezzi dovrebbe essere sacrificata per la napoletana Valeria Valente. A quest’ultima sembrano non bastare più le passerelle sulle donne. Difficilmente che possa prevalere il mal di pancia dei giovani turchi di Matteo Orfini, a cui è stato promesso un ruolo di spicco in direzione. Niente da fare per la vicepresidenza del partito, dove è più che blindata Pina Picierno.
Elly e i suoi compagni