Economia

Superbonus, a rischio 200mila posti di lavoro

di Alessio Gallicola -


L’allarme Confael: 50mila imprese a rischio chiusura

Rischia seriamente di diventare un boomerang per imprese e lavoratori il Superbonus 110%, che minaccia di distruggere il comparto edile: ha già messo 50mila imprese in ginocchio e adesso può far perdere almeno 200mila posti di lavoro. È l’allarme lanciato dalla Confael – Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori – che chiede al governo l’adozione immediata di misure, già all’interno del decreto Aiuti all’esame delle Commissioni della Camera, per sbloccare la circolazione dei crediti.
La crescita esponenziale dei costi delle materie prime e il blocco egli acquisti dei crediti d’imposta stanno strozzando le imprese del settore. “Si è creata una situazione paradossale – spiega Massimiliano Di Nicolantonio, segretario nazionale Comparto Edile della Confederazione -, le imprese hanno in pancia crediti di imposta per centinaia di migliaia, se non milioni di euro, ma sono costrette a chiedere dei finanziamenti per andare avanti”.

Per il segretario Confael “il bonus ha creato una bolla enorme che ha portato prima di tutto ad una impennata dei prezzi. Le imprese stanno fronteggiando un aumento dei costi di gestione dei cantieri, e di conseguenza stanno lavorando con dei margini minimi. Adesso non possono più convertire i crediti maturati e per pagare i conti sono costrette a chiedere dei prestiti alle banche. Si è creato un corto circuito dove, come sempre accade, i poveri diventano più poveri mentre i ricchi lucrano”.
La critica non è alla misura, che viene considerata un’iniziativa lodevole, perché puntava a dare nuova linfa a uno dei settori trainanti dell’economia italiana. Il problema è l’attuazione. “Quello che è mancato – lamenta Di Nicolantonio – è una programmazione di ampio respiro, adesso non basta il solito intervento tampone per sbloccare la circolazione dei crediti. Bisogna sostenere tutto il comparto con procedure certe, anche perché le difficoltà delle imprese ricadono inevitabilmente sui lavoratori. Risolvere tutte le problematiche che sono sorte attorno al Superbonus vuol dire anche salvaguardare questi padri e queste madri di famiglia».


Torna alle notizie in home