Politica

PRIMA PAGINA-Superbonus in soffitta e mal di pancia in maggioranza. Intervista ad Alessandro Cattaneo

di Giuseppe Ariola -


Tanto tuonò che piovve viene da dire dopo che, con quello che a mezza bocca diversi esponenti della maggioranza definiscono un vero e proprio “blitz”, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha portato sul tavolo del consiglio dei ministri un decreto che di fatto archivia il Superbonus, subito approvato dal governo. Non certo senza colpo ferire, perché non mancano i mal di pancia per una scelta verso la quale il governo era orientato fin dal suo insediamento provocando una certa agitazione nella maggioranza. In particolare quella di Forza Italia perché, come ricorda Alessandro Cattaneo a L’identità, rievocando uno dei grandi mantra berlusconiani, “la casa è un grande tema che abbiamo sempre messo al centro delle nostre politiche, sia da un punto di vista economico, perché volano dell’economia, sia come motivo valoriale, perché nel nostro paese alla casa viene assegnato un valore che va ben oltre quello esclusivamente economico. Proprio per questa specificità, all’inizio abbiamo salutato con positività il provvedimento del 110% che ha ridato impulso a un settore fondamentale come quello delle costruzioni. Poi abbiamo contestato Giuseppe Conte per non essere stato in grado di governare questa misura, di prevenirne gli abusi e di evitare la deriva dei conti pubblici”. E qui veniamo al cuore del problema, ovvero la tenuta dei conti, come ha ribadito il ministro dell’Economia a cui hanno fatto eco esponenti di spicco di Fratelli d’Italia. Il deputato azzurro fa però intuire che difficilmente il decreto verrà convertito così com’è. “Forza Italia ha contribuito a migliorare il provvedimento quando lo si è costruito – rivendica – e adesso, se il ministro Giorgetti, in virtù di un problema di conti, ritiene di chiudere anche per le code rimaste, circoscritte al sisma bonus, alle onlus, alle rsa e ad altri temi molto specifici, ne prendiamo atto, ma anche in questo caso lavoreremo in Aula per migliorare questo decreto. Il conto di chi non ha voluto o non è riuscito a gestire questa misura non può essere pagato dall’utilizzatore finale che ha semplicemente agito nel rispetto delle regole. Forza Italia – insiste Cattaneo – è un partito liberale e alcuni principi per noi sono quindi sacri. In primis, se un cittadino o un’impresa hanno assunto degli impegni o contratto dei crediti perché lo Stato gli consentiva di farlo, adesso quello stesso Stato non può rimangiarsi la parola data e lasciare imprenditori e cittadini in mezzo al guado. Quindi, di retroattivo non deve esserci nulla e dovranno essere date delle garanzie per una exit strategy che accompagni la chiusura dell’era del 110%”. Certo, la partita non sarà facile perché si gioca la tenuta del governo e c’è l’eventualità che in Aula arrivi un testo blindato. Lo sa bene il responsabile dei dipartimenti di Forza Italia che mette le mani avanti sugli altri cavalli di battaglia del partito, a partire dalla necessità “di continuare a difendere la casa. Fin quando saremo al governo non ci saranno mai tasse di successione sulla casa e non solo, non tornerà una tassa sulla prima casa, non ci saranno leggi patrimoniali o fiscali e la casa sarà sempre vista come motore di sviluppo”. Poi ricorda come “anche sulla direttiva green europea abbiamo difeso un principio: è giusto efficientare il nostro parco degli immobili, questo consente agli italiani di spendere meno in bollette e di inquinare meno, ma non può essere fatto a spese dei cittadini come se si trattasse di una tassa occulta che da un giorno all’altro piomba sulle loro teste”. Ma quindi, sul superbonus quale è la soluzione? Cattaneo ha l’occhio lungo e la risposta pronta. “Chiusa la follia del 110% non gestito nell’ultima fase, bisogna rimettere in sicurezza i conti, ma poi lavorare per far ripartire una stagione di incentivi legati all’edilizia che siano sostenibili e di lungo periodo. Meglio avere un 65% della durata certa di 10 anni, che dia garanzia a famiglie e imprese, che un continuo cambio di regole. Questo vale anche per la cessione del credito: dopo questa fase di assestamento dei conti pubblici, va fatto ripartire”. Vedremo cosa ne pensa Giorgetti che ironizzando ha definito il superbonus la sua “maledizione”.


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