Economia

La svolta green? Dall’agricoltura. Confagricoltura: ma serve un Piano

di Angelo Vitale -

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Svolta green? Dall’agricoltura. Ma in Europa sono evidenti “limiti strutturali legati all’assenza di una politica comune forte e a una penuria di risorse per il processo di transizione ecologica ed energetica”. A stigmatizzarlo, Confagricoltura rilevando quanto invece è proprio il comparto agricolo a custodire le potenzialità per assicurare un contributo rilevante e determinante alla transizione ecologica ed energetica. Ma serve – questa la richiesta immediata dell’associazione guidata da Massimiliano Giansanti – una manovra organica del governo per garantire sussidi e “una forte accelerazione sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, attualmente all’esame della Commissione europea”.

La premessa di partenza di questa riflessione ricorda i numerosi studi che stimano al 2030 un mercato globale triplicato per la produzione delle tecnologie a zero emissioni, con un giro d’affari previsto di 600 miliardi di euro. Uno scenario in cui incertezza e indefinizione governano il ruolo del’Italia e dell’Europa, in uno scenario futuro ove invece le potenze mondiali marciano a pieno ritmo, guidate da un rilevante spirito protezionistico. Come la Cina, da sempre detentrice di una leadership produttiva e tecnologica. O come gli Stati Uniti, che rincorrono il Paese del Dragone grazie agli incentivi del loro Inflation reduction act. Paesi che puntano a fare meglio per far prevalere le loro produzioni nazionale.

Una situazione nella quale l’Unione europea ha sì avviato un’azione di recupero della propria competitività sul mercato. Per essa però – questa la sottolineatura di Confagricoltura – si è ancora ad annunci e propositi ove le prime assenti sono una policy condivisa e la garanzia di risorse utili al processo di transizione.

In tale ambito, ad avviso della riflessione di Confagricoltura – l’agricoltura italiana è depositaria di molteplici opportunit: bioeconomia circolare, carbon farming, agrivoltaico, parco agrisolare, biometano, rafforzamento delle iniziative per gli impianti a biogas. Cui potrebbero concorrere azioni conseguenti all’attenzione del governo per incrociare gli effetti dei decreti sulle misure del Pnrr con le numerose possibilità offerte dalla pianificazione euro-nazionale di lungo periodo. Specie se la revisione del Pnrr sia indirizzata a premere sull’acceleratore per la transizione ecologica ed energetica.

In tal senso, una delle opportunità da cogliere potrebbe essere il via libera dell’Ue al nuovo decreto del Bando Agrisolare con un miliardo per realizzare impianti fotovoltaici. Fondi probabilmente destinati ad esaurirsi rapidamente e che invece vanno incentivati.

Circa poi il capitolo energetico mutuato dalla strategia del REpowerEU, Confagricoltura chiede che lo stanziamento aggiuntivo sia destinato a supportare direttamente le imprese in questa fase cruciale di transizione. Sempre per evitare che le imprese agricole nazionali siano compromesse nella loro capacità produttiva rispetto ai nostri principali concorrenti, in primo luogo Francia e Germania.

Se l’obiettivo – fa capire chiaramente l’associazione – è fin dallo scoppio della guerra in Ucraina quello di lavorare a spron battuto per l’indipendenza strategica energetica dell’Unione europea, esso non può prescindere da generosi e costanti sussidi alle agricolture dei Paesi membri, primo fra tutti l’Italia. Per abbandonare ogni tentazione di outsourcing e preservarsi da ogni esternalità negativa, come quella ricorrente del climate change.


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