Economia

Il taglio ai tassi (quasi) invisibile della Bce

di Giovanni Vasso -

epa11393211 European Central Bank (ECB) President Christine Lagarde addresses a press conference following the meeting of the ECB Governing Council in Frankfurt am Main, Germany, 06 June 2024. The European Central Bank made its first interest rate cut since 2019 and lowered the interest rate by 0.25 percentage points to 4.25 percent. EPA/FRIEDEMANN VOGEL


Fumata bianca alla Bce: l’Eurotower ha deciso il taglio ai tassi di 25 punti base. Ma, contestualmente, non apre a nessun programma di rientro e rimane abbarbicata alla “cautela” o, se preferite, all’analisi dei dati “volta per volta”. Tutto come fin troppo ampiamente previsto alla vigilia. Christine Lagarde, utilizzando ormai la “solita” comunicazione da bastone e carota, con una mano ha presentato il taglio dei tassi e, con l’altra, ha spiattellato le paure per una nuova fiammata dell’inflazione. Cosa che, va da sé, costringerebbe la Bce a frenare la discesa del costo del denaro. “Non ci stiamo impegnando su un particolare percorso predeterminato sui tassi”, ha messo in chiaro la governatrice che ha aggiunto: “Abbiamo tagliato perché siamo fiduciosi nel percorso. L’inflazione è attesa fluttuare ai livelli attuali nel resto dell’anno e poi calare al nostro livello obiettivo (cioè il 2% simmetrico ndr) nella seconda metà del 2025”. Parole che non lasciano presagire altro che il permanere, dell’area euro, nel cosiddetto “territorio recessivo” per (almeno) un altro annetto. La Bce, infatti, ha riferito di aver aggiornato al rialzo le stime sull’inflazione che, quest’anno, si attesterà al 2,5% mentre, nel 2025, scenderà fino al 2,2% precipitando, poi, all’1,9% solo nel 2026. “Alla Bce abbiamo un mandato molto chiaro, sancito nel trattato con un focus sulla stabilità prezzi. Non vediamo la necessità, né abbiamo la capacità di cambiarlo: aggiungo che assicurare la stabilità dei prezzi è certamente uno dei grandi contributi che possiamo dare alla lotta al cambiamento climatico”. Insomma, se i tassi non scenderanno sarà per essere green. Il consiglio della Bce, che ha votato “all’unanimità meno uno” (sic!) il primo taglio da qualche anno a questa parte, non fa nessuna apertura su programmi né su un allentamento del costo del denaro. La nota finale diramata dal consiglio, infatti, rivendica tutta la strategia ultrarigorista adottata finora: “L’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono migliorate notevolmente. Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti. La politica monetaria ha mantenuto restrittive le condizioni di finanziamento: frenando la domanda e facendo sì che le aspettative di inflazione restassero ben ancorate – hanno concluso dall’Eurotower – ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell’inflazione”. A un prezzo, però, troppo alto. Tanto economico, quanto politico per il Vecchio Continente.

Le reazioni alle (solite) parole “da falco” della Lagarde e degli eurobanchieri non si sono fatte attendere. A cominciare dalle agenzie di rating. Per Standard & Poor’s, “è probabile che la Bce limiti i tagli dei tassi a non più di uno a trimestre fino al terzo trimestre del 2025, con un tasso di deposito al minimo al 2,5%”. Secondo gli analisti di Fitch “c’è ancora spazio per tagliare i tassi pur mantenendoli a livelli restrittivi”. Intanto, i consumatori, appena s’è diffusa l’ufficialità della notizia da Francoforte, hanno preso la calcolatrice per verificare quanto si risparmierà sulla rata del mutuo. Spoiler: non è un granché, almeno per ora. “Il taglio dei tassi dello 0,25% da parte della Bce deciso oggi determinerà un risparmio, sulle tipologie di mutuo più diffuse in Italia, compreso tra i 13 e i 30 euro al mese. Il taglio – ha concluso Carlo Rienzi presidente Codacons – è senza dubbio un segnale positivo, ma la strada per colmare i rialzi imposti dalla Bce negli ultimi due anni è ancora molto lunga”. Per Confesercenti, la scelta Bce “costituisce certamente una buona notizia, ma si tratta solo del primo passo di un percorso che auspichiamo possa essere rapido”. E che, se è vero quanto affermano le agenzie di rating, tanto veloce non sarà: “Si tratta di una mossa ancora marginale se riportata alla dimensione dei rialzi varati nel passato biennio, che ha portato a un aumento dei tassi di interesse di ben 450 punti base e che per le imprese si traduce in tassi sui prestiti aumentati di un ulteriore punto e mezzo nel corso dell`ultimo anno”.


Torna alle notizie in home