Tajani in Israele: “Avanti con due popoli e due Stati”
L’Italia sostiene Israele nella sua guerra contro Hamas, ma vuole anche gettare le basi per un ritorno al dialogo che porti “inevitabilmente” a una soluzione a due Stati. Lo ha detto ieri mattina il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani durante l’incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog a Gerusalemme. “Sosteniamo con forza le azioni del governo israeliano contro organizzazioni terroristiche, e allo stesso tempo vogliamo affrontare i preparativi per un ritorno alla politica e al dialogo diplomatico”, ha continuato Tajani.
“Dopo le operazioni militari a Gaza, dobbiamo agire immediatamente per individuare un percorso politico e per evitare gli attuali scontri”. Questo percorso politico, ha spiegato Tajani, “deve inevitabilmente portare” a un soluzione a due Stati per Israele e Palestina. Nel corso dell’incontro Tajani ha espresso “ancora una volta la sua indignazione per l’attacco di Hamas del 7 ottobre alla popolazione civile israeliana attorno a Gaza” ribadendo, al contempo, la richiesta da parte del governo italiano “di tutelare in ogni modo le vite dei civili palestinesi durante le operazioni militari”. Tra gli argomenti affrontati con il capo dello Stato ebraico, anche la “necessità della tutela dei cristiani, sia dei pochi rimasti a Gaza sia dei cittadini arabi cristiani presenti in Cisgiordania”.
Dopo l’incontro con Herzog, durato circa 35 minuti, il capo della diplomazia italiana ha parlato con il ministro degli Esteri Israel Katz, che lo ha definito “un vero amico di Israele”. “Con Katz abbiamo concordato di rafforzare iniziative umanitarie congiunte. L’Italia è in prima fila nell’assistenza alla popolazione palestinese”, ha scritto subito Tajani su X. I due ministri hanno pronunciato i loro buoni propositi poco dopo che i carri armati delle Forze di difesa israeliane hanno aperto il fuoco su una folla di persone in fila per ricevere aiuti umanitari, in piazza Kuwait a Gaza City.
Il ministero della Sanità di Gaza ha fatto sapere che gli spari hanno ucciso almeno 20 persone. Il portavoce del ministero della Salute Ashraf al-Qidra ha detto che altre 150 persone sono rimaste ferite nell’attacco e che il bilancio delle vittime è destinato a salire poiché decine di feriti gravi sono stati portati all’ospedale Shifa che è senza forniture mediche e con una grave carenza di personale sanitario. “L’occupazione israeliana ha commesso un nuovo massacro contro migliaia di bocche affamate che aspettavano aiuti”, ha commentato il portavoce su Telegram. Il ministero non ha specificato che tipo di armi fossero coinvolte e Israele ha detto che indagherà.
Le truppe e i carri armati israeliani sono entrati a Gaza City poco dopo l’inizio dell’invasione di terra e hanno combattuto i militanti per circa due mesi. L’esercito afferma di aver annientato Hamas quasi del tutto nel nord, ma in realtà sta ancora affrontando la resistenza. L’offensiva ha cancellato interi quartieri e causato distruzioni diffuse in quell’area, sollevando preoccupazioni sul fatto che le centinaia di migliaia di palestinesi che hanno seguito l’ordine israeliano di fuggire a sud saranno mai in grado di tornare. Una missione plurima quella di Tajani in Medio Oriente che – dopo la visita in Libano, mercoledì – nel pomeriggio di ieri, a Ramallah in Cisgiordania, ha incontrato anche i vertici palestinesi: il presidente Abu Mazen e il ministro degli esteri Malki.
Tajani è il primo ministro degli Esteri di un Paese Ue a incontrare le istituzioni della Palestina da quando è iniziata l’offensiva israeliana a Gaza. “L’obiettivo è quello di avviare un processo politico per giungere ad un vero Stato palestinese che possa vivere in pace con lo Stato di Israele, rispettando i diritti di Israele e la sicurezza” ha detto Tajani a Mazen. “La mia missione qui è una missione di vicinanza e solidarietà con l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp)”.
Il capo dell’Autorità palestinese, di risposta, avrebbe chiesto all’Italia e all’Unione europea di prepararsi a supportare l’Anp nella ricostruzione di Gaza dove il 70% degli edifici sono stati distrutti, e i servizi per la popolazione e le infrastrutture non funzionano più. Ha poi aggiunto: “Con l’Italia lavoreremo anche per ricostruire il le chiese e gli edifici della comunità cristiana”.
Dopo aver ricordato che l’Anp non ha nulla in comune con Hamas, Abu Mazen ha sottolineato che l’Autorità sta facendo e continuerà a fare riforme nel governo e che, mentre i negoziati vanno avanti, la popolazione palestinese che vive nella Striscia deve essere necessariamente aiutata.
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