Esteri

Tempesta di missili

di Ernesto Ferrante -


I due missili russi che, prima di raggiungere l’Ucraina hanno violato lo spazio aereo della Moldavia, non sono entrati in quello della Romania. A chiarirlo è stato il ministero della Difesa rumeno, spiegando che il sistema di sorveglianza aerea di Bucarest ha permesso di vedere “probabilmente un missile da crociera lanciato da una nave della Federazione russa vicino alla Penisola di Crimea”. Nella nota ministeriale si legge che “si è alzato nello spazio aereo dell’Ucraina, della Repubblica di Moldova ed è rientrato nello spazio aereo ucraino senza intersecare, in nessun momento, lo spazio aereo della Romania”. Il punto più vicino allo spazio aereo rumeno “è stato registrato dai sistemi radar a circa 35 chilometri a nord-est del confine”. Tensione alle stelle tra Mosca e Chisinau, con il ministero degli Esteri moldavo che ha convocato l’ambasciatore russo nella capitale per protestare per lo “sconfinamento”. Volodymyr Zelensky ha provato a sfruttare quanto accaduto per tirare nel conflitto altri “attori”. L’attacco russo, ha denunciato il presidente ucraino, rappresenta “una sfida alla Nato, alla sicurezza collettiva, questo è un terrore che possiamo e dobbiamo fermare, che il mondo devo fermare”. Le forze di Putin hanno “martellato” l’Ucraina, lanciando 71 missili da crociera (43 Kh-101 e Kh-555 e 28 Kalibr) e 35 S-300 tra le 21:50 del 9 febbraio e le 12:00 del 10 febbraio. Ad entrare in azione sono stati i bombardieri strategici Tu-95 provenienti dal mar Caspio, da Volgodonsk e le navi nel mar Nero. Gli S-300 sono stati sparati dall’oblast russo di Belgorod, al confine con l’Ucraina, e dai territori dell’oblast di Zaporizhzhia. “La Federazione Russa ha colpito le città dell’Ucraina tutta la notte e la mattina. L’intenzione della Federazione Russa è la stessa: distruzione di massa e uccisioni. Basta chiacchiere ed esitazioni politiche. Solo decisioni chiave rapide: missili a lungo raggio ed aerei da combattimento. Altrimenti il genocidio non può essere fermato”, ha twittato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak. La Svizzera ha respinto la domanda della Spagna di poter riesportare materiale bellico elvetico verso l’Ucraina. All’agenzia stampa Keystone-Ats, il portavoce della Segreteria di stato dell’economia (Seco), Stefan Maienfisch, ha rammentato che, al momento dell’acquisto di materiale bellico prodotto nella Confederazione, i Paesi acquirenti firmano una dichiarazione di “non riesportazione”. Il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha commentato in maniera pesante, su Telegram, la notizia di un possibile secondo mandato del presidente americano Joe Biden: “Evidentemente, la demenza senile progressiva non rappresenta un ostacolo per essere rieletto presidente degli Stati Uniti. Ma è il rischio che per distrazione, possa iniziare una terza guerra mondiale”. “Il vecchio Biden, ha scritto Medvedev, sembra sia pronto per un secondo mandato. Ma si è notato che confonde nomi, cognomi, date e si perde nel suo ufficio”. Inoltre, ha proseguito l’ex presidente, “conserva documenti segreti nel garage della sua abitazione personale” e, riferendosi poi ai massicci aiuti economici e militari concessi all’;alleato Zelensky, “ha speso più di cento miliardi di dollari in un Paese al collasso sconosciuto agli americani comuni”.

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