Ambiente

Termovalorizzatore a Roma, si parte

Primo rebus, la data dell'accensione: 2027 o 2029? Gualtieri spera di farvi gestire 600mila tonnellate di indifferenziato

di Angelo Vitale -


Partita a Roma l’accelerazione sul progetto del termovalorizzatore di Santa Palomba, con l’avvio delle attività preliminari di cantierizzazione e preparazione del sito da parte del concessionario RenewRome Srl.

Termovalorizzatore, il cantiere

Queste attività includono indagini archeologiche, verifiche per la presenza di ordigni bellici e la rimozione di abusi preesistenti, in vista dell’avvio dell’opera principale. Il progetto ha ottenuto la consegna formale delle aree da Roma Capitale e sta completando l’iter autorizzativo tramite il Provvedimento autorizzatorio unico regionale per partire con la costruzione vera e propria entro i tempi previsti.

Il via nel 2027 o nel 2029?

Un “piccolo grande” mistero per il via dell’accensione. il sindaco Roberto Gualtieri avrebbe indicato, all’atto della firma della concessione, il 2027. Il cronoprogramma del progetto, prevederebbe la partenza dell’impianto nel 2029.

Il termovalorizzatore, del valore di circa 1 miliardo di euro, è stato ufficialmente assegnato a un consorzio guidato da Acea Ambiente con altre imprese e sarà gestito da RenewRome per 33 anni. L’impianto gestirà 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati all’anno, con un sistema di trasporto su rotaia per i rifiuti, evitando trasporti su camion sulle strade di Roma, e produrrà 65 MW di energia elettrica, sufficienti per circa 200.000 famiglie.

Le polemiche, la risposta di Gualtieri

Sul fronte delle polemiche e reazioni, il progetto è stato oggetto di forti contestazioni soprattutto da ambientalisti e parte della politica.

Legambiente ha dichiarato che costruire un termovalorizzatore nella Capitale è una scelta sbagliata e contraria alle politiche ambientali e all’economia circolare, temendo che l’impianto rischi di bloccare il miglioramento della raccolta differenziata oltre il 65%.

Critiche dal Movimento 5 Stelle, che ha sollevato dubbi su emissioni, traffico e costi pubblici, con esposti alla Corte dei Conti e accuse sulle clausole contrattuali sbilanciate a favore del concessionario privato.

Al contrario, le autorità comunali sostengono che l’impianto sarà “meno inquinante di una via trafficata a Roma” e fondamentale per chiudere il ciclo dei rifiuti nella città.


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