Tim, tra Mef e Kkr spunta Vivendi: si riapre la partita Netco
NEGOZIO INSEGNA LOGO TIM
Tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e il fondo americano Kkr sul dossier Tim ecco Vivendi. Spunta, nella delicatissima e strategica partita della rete pubblica cioè di Netco, il terzo incomodo. O, se preferite, del convitato di pietra. Si tratta di Vivendi. Che apre, almeno formalmente, alla soluzione trovata e sottoscritta nel memorandum of understanding tra Mef e Kkr. Ma chiede di conoscere quali saranno le strategie e quanta apertura a un dialogo ci sarà. Vivendi, come da prassi politica ed economica, ha mandato avanti le “fonti”, che portano il messaggio: “L’impegno diretto del governo” rappresenta “una notizia positiva”. Ma c’è, appunto, un ma. Grosso come un quarto del capitale sociale di Tim.
Le “fonti” che parlano poco ma lo fanno in maniera che è molto poco equivocabile, mettono in chiaro che il Mef e nemmeno Kkr potranno far nulla se non si degneranno di scendere a patti coi francesi. Da Vivendi, infatti, fanno sapere che “per arrivare a soluzioni concrete e praticabili, è necessaria l’apertura di un dialogo serio con Vivendi. Un confronto è ora indispensabile per trovare la soluzione migliore per la società e per tutti i suoi azionisti, di cui Vivendi continuerà a rappresentare gli interessi con la massima determinazione”. Insomma, nessuno si illuda di poter fare i conti senza l’oste Vivendi che detiene, per altro, qualcosa come poco meno del 24% del capitale di Tim.
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