Esteri

Tira una brutta aria tra Parigi e Mosca

di Ernesto Ferrante -


Il presidente francese Emmanuel Macron continua a scherzare con il fuoco. Intervistato dal quotidiano ceco Pravo, il capo dell’Eliseo ha spiegato che “oggi non c’è consenso sull’invio di truppe di terra” in Ucraina, ma “nulla è da escludere” e sarà fatto “tutto il necessario per garantire che la Russia non possa vincere questa guerra”.

“A mio avviso, abbiamo bisogno di un nuovo inizio, di un risveglio strategico delle nostre democrazie perché la Russia, attraverso la sua impunità, minaccia la sicurezza del continente europeo e i suoi valori”, ha proseguito Macron, sottolineando che ”gli ucraini stanno lottando per i nostri valori, la nostra sicurezza e la nostra libertà, e anche noi dobbiamo raccogliere questa sfida”. Il leader transalpino ha assicurato che “la nostra determinazione non vacillerà perché riguarda la nostra sicurezza”.

Dopo aver citato “un aumento degli attacchi informatici e delle azioni di disinformazione in Francia e in molti Paesi europei” da parte dei russi, il leader francese ha parlato di “una serie di battute strategiche e di perdite sul campo” che avrebbero subito i russi in Ucraina, mentre “la Nato si è rafforzata e l’Unione europea ha deciso di aprire i negoziati per l’adesione dell’Ucraina”. Toni da propaganda bellicista estremamente pericolosi.

Un’altra nave russa è stata colpita dagli ucraini nel Mar Nero. In una nota, l’intelligence di Kiev ha fatto sapere che nella notte “l’unità speciale dei servizi del ministero della Difesa ‘Gruppo 13’ ha attaccato il pattugliatore russo ‘Sergei Kotov’. In conseguenza dell’attacco condotto con droni navali Magura V5, la nave ha subito danni a poppa, a destra e a sinistra…Il costo della nave affondata è di circa 65 milioni di dollari”. Il bilancio dell’azione è di sette morti e sei feriti. “In questo momento la nave è sul fondo del mare”, ha detto il portavoce della Marina ucraina Dmytro Pletenchuk, aggiungendo che a bordo potrebbe esserci stato un elicottero.

La Diu ha rivendicato un cyber attacco ai server del ministero russo della Difesa. “L’intelligence ucraina possiede ora un software di protezione e criptaggio, usato precedentemente dal ministero russo della Difesa, così come di una miniera di documenti ufficiali classificati appartenenti al ministero russo della guerra”, si legge su Ukrainska Pravda. Le informazioni comprendono ordini, rapporti e direttive condivisi fra le oltre 2mila unità strutturali del ministero della Difesa russo.

L’analisi dei dati incamerati “ha anche aiutato a identificare i generali, altri alti funzionari delle unità strutturali del ministero della Difesa, così come vice, assistenti e specialisti, tutti colori che usavano il software elettronico per far circolare i documenti chiamato Burocrat”. Gli 007 hanno specificato di aver ottenuto documenti ufficiali dal vice ministro della Difesa Timur Vadimovich Ivanov il quale “ha svolto un ruolo importante nel successo del cyberattacco”.

Il Tribunale internazionale dell’Aja (Tpi) ha emesso mandati di cattura internazionali contro due comandanti delle forze armate russe, il generale Sergei Ivanovich Kobylash e l’ammiraglio Viktor Kinolayevich Sokolov, per il loro coinvolgimento nella campagna militare dell’inverno 2022-23 contro le infrastrutture civili dell’energia nel territorio ucraino.

Il Tribunale ritiene che quella condotta fra il 10 ottobre 2022 e il 9 marzo 2023 contro le infrastrutture elettriche si qualifichi come “commissione multipla di atti contro la popolazione civile” e che “vi siano ragionevoli basi per ritenere che i sospetti siano responsabili di crimini contro l’umanità”. All’epoca dei fatti, Kobylash era comandante dell’aviazione a lungo raggio delle forze aerospaziali russe, mentre Sokolov guidava la Flotta del mar Nero.

I servizi russi dell’Fsb hanno reclutano informatori fra gli ucraini che passano illegalmente il confine con la Moldavia all’altezza della Transnistria. A denunciarlo è stato il Centro per la resistenza nazionale del ministero della Difesa ucraino. I profughi verrebbero interrogati sui siti militari oltre confine e costretti a lavorare come informatori, minacciati di essere deportati in Ucraina se rifiutano di cooperare.

Incontro a Mosca tra il direttore generale dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) Rafael Mariano Grossi e il presidente Vladimir Putin, per discutere della centrale ucraina di Zaporizhzhia, sotto il controllo dei russi.


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