Economia

Torniamo umani, il monito del Papa per un cambio di paradigma

di Giovanni Vasso -

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI, PAPA FRANCESCO JORGE MARIO BERGOGLIO


Torniamo umani. Perché, come ricorda Papa Francesco citando l’insegnamento evangelico, non si possono servire contemporaneamente Dio e Mammona, cioè il denaro per se stesso. La crisi energetica, esplosa in tutto il suo fragore quasi un anno fa, ha complicato un quadro già drammatico per l’economia mondiale, prostrata da due anni di pandemia Covid. Nel frattempo, sono profondamente cambiate le strategie geopolitiche delle potenze internazionali. L’Occidente ha iniziato a fare re-shoring, cioè a tirarsi indietro rispetto ai decenni di delocalizzazione dei suoi apparati produttivi e industriali. Contemporaneamente, i Paesi disallineati lanciano la sfida sulle materie prime. Non più solo il petrolio ma anche litio, terre rare, cobalto. Minerali fondamentali per la transizione green. Gli effetti, sulle famiglie, si sono tradotti in un’inflazione galoppante. Che, in Europa e negli Usa, le banche centrali hanno ritenuto di dover combattere alzando, a dismisura, i tassi di interesse. E, contestualmente, bloccando ogni tentazione di alzare i salari. Con il risultato che sono stati i cittadini, specialmente quelli delle fasce più povere, a dover pagare il prezzo della crisi. Con entrate sempre uguali e uscite sempre più gravose.
Ma adesso qualcosa sta cambiando. Persino ai piani alti. Addirittura in Ue c’è chi, come il commissario al Lavoro Nicolas Schmit, smentisce la narrazione egemone di Lagarde e soci e tuona: “L’inflazione non è colpa dei salari”, chiedendo che le aziende “che nel frattempo si sono arricchite”, si passino una mano sulla coscienza e, con l’altra, aprano il portafogli. Il governatore (uscente) di Bankitalia, Ignazio Visco, si è inutilmente battuto per un passaggio più graduale dei tassi d’interesse. Lui stesso li avrebbe alzati, ha spiegato, ma si sarebbe mosso con più prudenza rispetto alle impennate decise dai falchi guidati dalla “civetta” Lagarde. Inoltre, al Festival dell’economia di Torino, ha invitato economisti e non a ripensare alla globalizzazione: “Non è stata una marcia trionfale questo progresso straordinario della globalizzazione: ha tenuto alcune componenti della nostra società indietro, abbiamo perso la possibilità di continuare a occupare persone che si distribuivano attraverso le catena globale del valore tra più paesi, quindi a danno di coloro che non erano formati per affrontare un futuro incerto e diverso, abbiamo perso quel tipo di occupazioni senza fare i investimenti per compensare”. Non siamo diventati tutti più ricchi, e nemmeno siamo diventati tutti avvocati, medici o liberi professionisti. Siamo diventati, invece, un po’ più poveri.
In quest’ottica, assume un valore decisivo il monito di Papa Francesco che, ieri, ha ricevuto i membri della Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice: “O si serve Dio o si è servi del denaro. Sapete bene quanto può essere di giovamento per tutti un modo di immaginare la realtà che ponga al centro la persona, che non sminuisca il lavoratore e che cerchi di creare il bene per tutti”. Già nel 2013, Bergoglio metteva in guardia contro “la globalizzazione dell’indifferenza”. Si può fare un passo indietro. Torniamo umani.


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