Cronaca

Traffico di migranti sulla rotta balcanica: sette arresti a Trieste, smantellata una rete criminale internazionale

di Gianluca Pascutti -

Asylum seekers live for weeks or months at a time in abandoned buildings in Trieste, Italy waiting for a space to open up at one of the city's limited reception centres. Most of the residents are young men who have followed the Balkan Route to Italy from Afghanistan, Bangladesh and Pakistan and suffer health concerns as a result of the dangerous journeys.


Trieste, 15 maggio 2025 — Un’operazione congiunta tra la Polizia di Stato italiana e le autorità di Slovenia, Croazia e Bosnia ha portato all’arresto di sette cittadini di origine pakistana, accusati di far parte di un’organizzazione criminale transnazionale dedita al traffico di migranti sulla rotta balcanica. L’indagine, avviata nel febbraio scorso e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, ha permesso di ricostruire le modalità operative di un sistema altamente strutturato e violento.

L’inchiesta

Tutto è iniziato con la denuncia di un cittadino indiano, sequestrato a Trieste dopo essere stato condotto illegalmente in Italia. Da quel momento, gli investigatori della Squadra Mobile di Trieste e del Servizio Centrale Operativo hanno dato il via a una complessa attività investigativa, supportata da Eurojust ed Europol, che ha coinvolto anche le polizie estere.

L’organizzazione operava prelevando migranti dai campi profughi di Bihac, in Bosnia, per poi farli attraversare clandestinamente i confini boschivi di Croazia e Slovenia, fino a Trieste. Il costo richiesto per il “viaggio” variava tra i 4.000 e i 6.000 euro. Gli spostamenti avvenivano a piedi o su veicoli guidati da complici, con fermate intermedie in appartamenti sicuri o hotel nei Paesi di transito.

Sequestri, estorsioni e violenze

Una delle scoperte più inquietanti riguarda i metodi coercitivi usati nei confronti dei migranti. Alcuni cittadini indiani, una volta giunti in Italia, sono stati sequestrati in un appartamento di via Baiamonti, a Trieste. Secondo gli inquirenti, venivano picchiati e minacciati con coltelli. I rapitori registravano video delle violenze per ricattare le famiglie in India, chiedendo riscatti fino a 2.000 euro.

Durante l’esecuzione delle misure cautelari, la polizia ha arrestato due persone in flagranza per sequestro di persona a scopo di estorsione. Altre due sono state catturate all’estero grazie a mandati di arresto europei: una nel campo profughi di Logatec, in Slovenia, e l’altra in territorio bosniaco.

Perquisizioni e materiale sequestrato

Le perquisizioni effettuate a Trieste hanno portato al ritrovamento di droga (marijuana e cocaina), armi bianche (coltelli, tirapugni), passamontagna e telefoni cellulari con materiale video compromettente. È stato anche identificato un cittadino pakistano di circa 30 anni, trovato in possesso della droga e attualmente indagato.

Le accuse

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina – sequestro di persona a scopo di estorsione – estorsione e tentata estorsione – rapina – lesioni personali aggravate.

Il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari. I soggetti coinvolti sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva, come previsto dall’articolo 27 della Costituzione italiana.

La portata dell’operazione

Il procuratore capo di Trieste ha definito l’operazione “un colpo importante a una delle più pericolose e spregiudicate reti di trafficanti attive sulla rotta balcanica”. Le indagini proseguono per identificare eventuali complici ancora in libertà e approfondire possibili legami con altri gruppi criminali operanti in Europa.


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