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Esteri

Trump e Xi giocano una partita a scacchi globale mentre Merz trema

Il due leader puntano a passare all'incasso politico con tempi diversi, in base alle rispettive agende nazionali

di Ernesto Ferrante -


Il bilaterale tra Donald Trump e Xi Jinping a Busan, in Corea del Sud, a margine del vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec), è una cartolina degli equilibri attuali. La Cina si è presentata al negoziato forte di un nuovo ruolo globale. Xi, nel suo piano quinquennale 2026-2030, ha puntato tutto sull’innovazione tecnologica, la manifattura avanzata e il controllo delle risorse critiche. L’obiettivo è diversificare i mercati, ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti e consolidare la posizione dominante acquisita nel controllo delle materie prime strategiche. Per la leadership cinese, bilanciamento commerciale e contrappeso politico vanno di pari passo. Gli Stati Uniti non possono dettare unilateralmente le regole. L’amministrazione trumpiana, invece, prova a capitalizzare i risultati della tattica della clava.

Le due superpotenze si studiano

I mesi di tensioni commerciali, minacce tariffarie e controlli sulle esportazioni da parte del gigante asiatico, non possono essere cancellati nel giro di qualche settimana. Secondo la Cnn, il faccia a faccia è già una vittoria simbolica per Pechino, perché certifica la sua capacità di negoziare alla pari con Washington e resistere alle pressioni economiche statunitensi.

Il 10 ottobre Trump ha minacciato dazi aggiuntivi fino al 100% sui prodotti cinesi. La superpotenza rivale ha risposto con restrizioni all’export di terre rare, fondamentali per tecnologia, energia e difesa. Negli ultimi giorni, negoziatori americani e cinesi hanno raggiunto un accordo preliminare in Malesia, che prevede il rinvio di alcune misure restrittive cinesi e la sospensione delle nuove tariffe Usa.

I temi sul tavolo di Trump e Xi

Oltre ai già citati dazi, le questioni più “calde” sono: l’alleggerimento dei controlli sulle esportazioni tecnologiche, la maggiore apertura cinese all’acquisto di soia, la cooperazione contro il traffico di fentanyl e un’intesa sull’agricoltura. Il tycoon e Xi puntano a passare all’incasso politico con tempi diversi. Per il primo la scadenza più immediata è costituita dalle elezioni di metà mandato, mentre il secondo può muoversi sul lungo periodo, allargando lo spazio di manovra del suo Paese. Chi riduce il summit a una complessa trattativa commerciale, ne sottovaluta il peso. La Cina rivendica un ruolo come arbitro, alternativo a quello degli Stati Uniti nel sistema economico internazionale.

Berlino teme le mosse Pechino e Washington

La Germania segue con apprensione l’evolversi degli eventi. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha invitato la Germania e l’Europa a compiere uno sforzo per riacquistare competitività tecnologica a livello globale. “Non dobbiamo permettere agli Stati Uniti e alla Cina di determinare da soli il futuro tecnologico, per il bene della nostra prosperità, della nostra sicurezza e, in ultima analisi, della nostra libertà”, ha detto Merz a Berlino in occasione dell’evento di lancio dell’Agenda Hightech del governo, che mira a rafforzare il settore tecnologico nel Paese.

L’accordo tra il tycoon e il presidente sudcoreano Lee Jae Myung

L’amministrazione americana sta guardando molto all’Asia. Corea del Sud e Stati Uniti hanno raggiunto un’intesa complessiva in materia di commercio, investimenti e cooperazione nel settore della cantieristica navale. Lo ha annunciato il principale consigliere presidenziale di Seul, Kim Yong-beom, dopo il vertice tra il presidente americano Donald Trump e il suo omologo sudcoreano Lee Jae Myung.

“Corea del Sud e Stati Uniti hanno concordato i dettagli dei negoziati tariffari”, ha affermato Kim, spiegando che il pacchetto di investimenti sudcoreano negli Stati Uniti, del valore di 350 miliardi di dollari, comprende 200 miliardi in investimenti diretti e 150 miliardi in collaborazione nella cantieristica. Fissati al 15% i dazi statunitensi sulle esportazioni sudcoreane, scongiurando l’aumento al 25% minacciato dal capo della Casa Bianca.

L’altro fronte aperto, non commerciale

Poco diplomatico è il confronto tra Usa e Venezuela. Il Parlamento venezuelano ha dichiarato “persona non grata” la premier di Trinidad e Tobago, Kamla Persad-Bissessar, per il suo sostegno a Donald Trump e per aver accolto nel porto della capitale una nave da guerra americana nell’ambito delle operazioni americane nei Caraibi presentate come azioni di lotta contro i narcotrafficanti. “Questa signora – ha tuonato il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana Jorge Rodriguezpermette che Trinidad e Tobago sia utilizzata come una portaerei contro il Venezuela e noi agiremo in tutti i modi possibili perché il Venezuela sia rispettato”. La USS Gravely resterà fino a oggi a Port of Spain per esercitazioni congiunte con la Marina di Trinidad e Tobago.


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