Editoriale

Tutti in Europa (tranne uno)

di Adolfo Spezzaferro -


Nell’anno elettorale mondiale per antonomasia – ora la Russia a novembre gli Usa -, le Europee assumono un ruolo più importante del solito, di sicuro più che in passato. Il vento di destra che soffia sul Vecchio Continente potrebbe rivelarsi non una folata isolata ma una tempesta che potrebbe sconquassare gli equilibri del Parlamento europeo. Ciò significherebbe, tanto per fare un esempio, che l’attuale governo di destra-centro guidato da Giorgia Meloni avrebbe un ruolo fondamentale anche a Strasburgo. E quindi a Bruxelles. Ma più che dei massimi sistemi, che comunque si incardinano nello scontro politico all’interno dei Paesi Ue e quindi poi nell’Europarlamento, vogliamo soffermarci su quanti vogliono andare in Europa. Soprattutto nel centrosinistra. Se il segretario del Partito Democratico Elly Schlein vuole aspettare a candidarsi perché vuole vedere se si candiderà la Meloni (che non è la sua avversaria, visto che il suo avversario diretto è il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte), tra gli amministratori uscenti, i maggiorenti e i vari big dell’area dem c’è davvero la fila per ottenere uno scranno al Parlamento Ue. Per non parlare poi dei posti da riservare agli alleati nelle ammucchiate per le Regionali da qui a giugno – vedasi Emma Bonino di +Europa. La notizia ormai (quasi) certa è che, secondo quanto si apprende da fonti informate, Lucia Annunziata sarà candidata capolista dal Pd come indipendente nella circoscrizione Sud. Contatti sarebbero ancora in corso e nei prossimi giorni dovrebbe arrivare l’ufficialità della candidatura a Strasburgo della giornalista “militante”, 73 anni di Sarno in provincia di Salerno, che è stata presidente della Rai dal marzo 2003 al maggio 2004. Ma c’è un altro esponente di spicco del giornalismo, anche lui di Salerno, che lancia ufficialmente la sua corsa verso il Parlamento europeo: Michele Santoro. La sua lista, presentata a Roma, si chiama “Pace Terra Dignità”. Il conduttore e autore televisivo, già europarlamentare, è capolista insieme a Raniero La Valle. Candidata come seconda in lista in tutte le circoscrizioni Benedetta Sabene, influencer e autrice del libro “Ucraina. Controstoria del conflitto oltre i miti occidentali”. Nelle file del movimento, che darà inizio alla raccolta firme per le candidature, alcuni ex esponenti M5S, tra cui Marta Grande, già deputata ed ex presidente della commissione Affari esteri della Camera, e Piernicola Pedicini. Diversi i volti noti che Santoro chiama a scendere in campo. Tra questi, il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, lo scrittore Nicolai Lilin, il vignettista Vauro Senesi e il matematico ateo Piergiorgio Odifreddi. Santoro punta a intercettare i voti a sinistra di chi è deluso dal Pd, nonostante il “programma” tutto cannabis libera e altri specchietti per le allodole della Schlein. Il bacino però è lo stesso dove dovrebbe pescare il comunista (lui dichiarato) Marco Rizzo con “Democrazia sovrana popolare”. Tutti cespugli a sinistra del centrosinistra che intendono correre alle Europee anche e soprattutto grazie al dimezzamento delle firme necessarie per presentarsi, da 30mila a circoscrizione a 15mila. Certo, la soglia del 4 per cento è per tanti un traguardo più che ambizioso, ma evviva la democrazia.
Tanti, soprattutto nel Pd, vogliono correre in Europa per abbandonare questa valle di lacrime dell’opposizione, totalmente imbelle rispetto alla maggioranza. Chi invece proprio non ci vuole andare a Strasburgo, anche se c’è chi vorrebbe tanto mandarcelo, è il governatore leghista del Veneto Luca Zaia. Il leader del Carroccio Matteo Salvini non ha dubbi: Zaia dovrebbe fare il “difensore del Veneto in terra d’Europa”. Certo, certo.


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