Esteri

Ucraina, ritorno al passato dopo Istanbul. Le residue speranze di pace affidate agli Usa

di Ernesto Ferrante -


L’incontro a Istanbul tra le delegazioni russa e ucraina si è concluso alle 15.20 ora locale, dopo circa un’ora e quaranta minuti. L’ultimo faccia a faccia tra le parti risaliva a marzo 2022, il mese successivo all’inizio dell’operazione militare speciale voluta dal presidente della Russia Vladimir Putin.

Il capo della diplomazia turca, Hakan Fidan, ha partecipato ai colloqui. Il contenuto preciso degli scambi non è stato rivelato, ma una fonte diplomatica ucraina ha riferito che i rappresentati russi avrebbero presentato richieste “inaccettabili” e “altre condizioni non iniziali e non costruttive”, tra le quali il ritiro delle forze di Kiev da ampie porzioni di territorio che controllano per poter attuare un cessate il fuoco completo.

Di fatto, il tavolo turco non ha fatto registrare passi significativi verso la pace. L’unico risultato concreto è, al momento, lo scambio di mille prigionieri per parte concordato con gli ucraini. Il capo della squadra russa a Istanbul, Vladimir Medinsky, ha fatto sapere che è stata discussa “la possibilità di introdurre un cessate il fuoco e di organizzare un incontro tra i presidenti Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky”.

Le residue speranze di uscire dallo stallo sono legate a Washington. Il presidente americano Donald Trump potrebbe vedere Putin per valutare con lui di come mettere fine alla guerra. Lo ha detto lo stesso Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One in partenza da Abu Dhabi: “Dobbiamo incontrarci. Ci incontreremo io e lui”.

Frenata del Cremlino: “Un vertice deve essere preparato e produttivo” e preceduto da “lunghi snervanti preparativi”, ha spiegato il portavoce Dmitry Peskov.

Dopo il fallimento annunciato delle trattative in terra turca, è prevedibile il ritorno a un “formato russo-americano”, con Marco Rubio, Keith Kellogg e Steve Witkoff da un lato e Sergei Lavrov, Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev dall’altro. Senza la presenza degli ucraini in prima battuta. La soddisfazione per i “risultati ottenuti” espressa da Medinsky, sarebbe proprio questa.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reso noto il colloquio telefonico avuto con il suo omologo americano Trump insieme al capo dell’Eliseo Emmanuel Macron, al cancelliere tedesco Friedrich Merz, al primo ministro britannico Keir Starmer e al premier polacco Donald Tusk.

“Abbiamo discusso dell’incontro di Istanbul. L’Ucraina è pronta a compiere i passi più rapidi possibili per raggiungere una vera pace, ed è importante che il mondo mantenga una posizione forte”, ha sottolineato Zelensky.

“La nostra posizione: se i russi rifiutano un cessate il fuoco completo e incondizionato e la fine delle uccisioni, devono seguire sanzioni severe. La pressione sulla Russia deve essere mantenuta finché la Russia non sarà pronta a porre fine alla guerra. Grazie a tutti coloro che nel mondo stanno aiutando”, ha proseguito il leader ucraino.

A Roma, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha accolto i colleghi di Francia, Sébastien Lecornu, Germania, Boris Pistorius, Polonia, Władysław Kosiniak-Kamysz e Regno Unito, John Healey nonché i rappresentanti dell’Unione Europea Andrius Kubilius, il Commissario Ue per la Difesa e lo Spazio e Charles Fries, Vice Segretario Generale per Pace, Sicurezza e Difesa, e della Nato François-Marie Gougeon, Acting Assistant Secretary General per la quarta riunione del “Gruppo dei 5”.

“Non sono interessato al fatto che al tavolo della pace partecipino i nostri 5 ministri, ma sono interessato ci sia l’Europa, la Nato, i Paesi che hanno supportato l’Ucraina e che ci sia l’Ucraina per i propri interessi. Ma soprattutto sono interessato a un tavolo della pace dove, quando si muove un presidente si muove l’altro. E non la serie b o c. Vogliamo tutti che l’Europa ci sia, non importa chi la rappresenta”, ha affermato Crosetto. Tra i temi del vertice, l’aumento per le spese della difesa. Diplomazia al palo, richiesta di nuove sanzioni e riarmo. Un pericoloso ritorno al passato che non prelude a nulla di buono.


Torna alle notizie in home