Un anno e 4 mesi al figlio di Bossi che maltrattava la madre
La sua storia personale, le molte vicende penali in cui è stato coinvolto, un rapporto conflittuale con il Senatur
Riccardo Bossi
Riccardo Bossi, primogenito del Senatur fondatore della Lega, è stato condannato dal Tribunale di Varese a un anno e 4 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia ai danni della madre Gigliola Guidali, prima moglie di Umberto Bossi. Il suo avvocato ha annunciato il ricorso.
I maltrattamenti di Riccardo Bossi alla madre
La storia risale al 2016 quando Riccardo si era trasferito a vivere nella casa della madre ad Azzate dopo essere rimasto senza dimora. In quel periodo, secondo l’accusa, si sarebbero verificati episodi di violenza e maltrattamenti, tra cui scatti d’ira con richieste insistenti di denaro, insulti, e in un caso Riccardo avrebbe fatto sbattere la testa della madre contro il muro. Altri episodi denunciati includevano litigi violenti, come il gesto di strappare un ferro da stiro di mano alla donna e gettarlo a terra, o spargere la lettiera del gatto nel letto della madre.
La madre aveva inizialmente denunciato il figlio ma successivamente aveva ritirato la querela per le minacce, dichiarando in aula che i rapporti familiari si erano ricomposti e che la situazione si era rasserenata. Tuttavia, il processo era continuato per i maltrattamenti poiché questo reato è procedibile d’ufficio.
La sua storia personale
Quando anni fa il Senatur seppe che Riccardo intendeva partecipare all’Isola dei Famosi, sbottò con un “Piuttosto lo prendo a calci nel sedere”. Una breve esperienza come assistente del parlamentare leghista Francesco Speroni, varie avventure come pilota nel mondo del rally, un matrimonio naufragato con Maruscka Abbate dal 2005 al 2010 da cui è nata la figlia Lavinia Sofia, prima nipote del Senatur, Riccardo Bossi è stato più volte al centro di vicende penali.
Le sue vicende penali
Nel 2016 Riccardo Bossi è stato condannato a un anno e otto mesi per appropriazione indebita aggravata legata a spese personali con fondi del Carroccio. E’ stato poi accusato di aver acquistato oggetti preziosi (Bulgari, Rolex) e moto d’acqua senza pagarli. Nel 2024 è stato indagato e poi condannato per truffa ai danni dello Stato per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza tra il 2020 e il 2023 per un totale di circa 12mila e 800 euro, collegato al canone di locazione di un appartamento dal quale era stato però sfrattato per morosità. La condanna definitiva in primo grado, emessa nel gennaio 2025 dal tribunale di Busto Arsizio, è stata di due anni e sei mesi con una provvisionale di 15mila euro da versare all’Inps.
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