Politica

UN GAZEBO DI NOME ELLY

di Eleonora Ciaffoloni -


A cinque mesi dalla debacle delle elezioni politiche, per il Partito Democratico è arrivato il momento di rimettere le carte in tavola e, con i migliori auspici, tornare al centro di questa sinistra.
Domani si aprono i gazebo per le primarie, con la sfida tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein che, anche a un giorno dal voto, sembra essere più aperta che mai. Anche se tutti – o quasi – i sondaggi delle ultime settimane prospettano la vittoria per il governatore dell’Emilia-Romagna, a poche ore dalle urne sembra tutto ancora in gioco. Non solo per la rimonta che Schlein sta cavalcando negli ultimi giorni, con un avvicinamento al collega, ma anche per la grande fetta di indecisi che non solo non hanno ancora deciso a chi dare la propria preferenza, ma che non hanno ancora la certezza di recarsi ai gazebo.
A dircelo sono gli ultimi dati rilasciati da BiDiMedia: secondo l’ultimo sondaggio Bonaccini sarebbe ancora in vantaggio di sette punti percentuali (al 38%) sulla “rivale” Schlein, che per ora si ferma al 31%
Tuttavia, a lasciare il voto tra i due sfidanti c’è la grande fetta degli indecisi: quasi un potenziale elettore su tre (31% dei possibili votanti) non ha ancora deciso chi votare o se si recherà ai seggi. Una forbice ampia che potrebbe rimanere tale e lasciare un Bonaccini in avanti di dieci punti percentuali (con una vittoria calcolata attorno al 55% contro un 45% della sua avversaria), ma che potrebbe, forse più realisticamente, cambiare alcune carte in tavola. Gli indecisi potrebbero ribaltare l’esito del voto, facendo crescere il punteggio di Elly Schlein, considerando soprattutto, la costante riduzione del distacco rispetto alle precedenti rilevazioni sulle primarie.
Tuttavia, a influire non saranno solo gli indecisi in sé: piuttosto quelli che decideranno di andare a fare la fila ai gazebo. Dato determinante, infatti, sarà l’affluenza di queste primarie. Ad oggi le previsioni stimano l’affluenza intorno al famigerato milione, ma in una ampia forchetta che va dai 700mila all’1,3 milione di partecipanti. Numeri che potrebbero essere il motore del destino: secondo le previsioni, se si supererà il milione di votanti, potrebbe essere Elly Schlein a poter compiere il sorpasso e fare il colpaccio ai danni del concorrente. Questo perché tra gli indecisi e i meno propensi al voto, la scelta – in caso vi fosse – andrebbe nella gran parte dei casi a favore della candidata radicale.
Ma non è tutto oro quello che riluce: il governatore dell’Emilia-Romagna può contare, dal canto suo, sullo zoccolo duro del Partito Democratico, ovvero su tutti quei militanti – e tutti quegli iscritti – che da tempo e con convinzione hanno virato sulla sua preferenza. E non solo. Bonaccini sembrerebbe aver catturato anche parte di quell’elettorato non politicizzato e non fidelizzato, grazie alla sua presenza mediatica e social. Non è detta quindi, che anche con la grande affluenza, Bonaccini non possa confermare ciò che i sondaggi e le previsioni dicono ormai da settimane: essere il nuovo segretario del Pd.

In ogni caso, a rendere queste ultime ore bollenti non ci pensano i numeri, ma i due candidati che, dopo le tante similitudini, ora cercano di differenziarsi in vista del voto per portare dalla propria parte chi un’idea ancora non ce l’ha. E se Schlein vuole rivoluzionare la classe dirigente e procedere a uno svecchiamento, Bonaccini rilancia dicendo stop alla politica da salotto. I ferri sono corti. Entrambi sembrano aver affilato i coltelli, che potrebbero rimanere in bella vista fino allo spoglio delle schede, da cui, dietro l’angolo potrebbe nascondersi il tanto detto (e non detto) accordo sulla segreteria. La verità è che la palla passa agli elettori a cui, domani, non resta che impugnare la mina più affilata possibile.

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