Ambiente

Un’etichetta “parlante” per raccontare la vera “storia” di un imballaggio in plastica riciclata

di Redazione -


Un’etichetta “parlante”, grazie alla tecnologia Blockchain, può assicurare la tracciabilità della plastica riciclata e reimpiegata negli imballaggi, facendo diventare argomenti tecnici come questi un tema alla portata di tutti. E contribuendo così ad uno sviluppo sempre più ampio di una coscienza ambientale generalizzata.

Arriva la “Certified Recycled Plastic”, un nuovo servizio realizzato da PlasticFinder, il marketplace internazionale di compravendita delle materie plastiche, che dopo mesi di investimenti e ricerche è ora messo a disposizione dei clienti.

L’iniziativa è stata presentata a Milano nel corso di GreenPlast, l’evento internazionale sulla sostenibilità ambientale, efficientamento energetico ed economia circolare in programma a Fieramilano.
“Il servizio Certified Recycled Plastic, CRP, ci consente i l’accesso al sistema di trascrizione di Amazon Quantum Ledger Database per registrare in modo univoco, immutabile e verificabile le transazioni lungo l’intera filiera del riciclo, dal “rifiuto” al prodotto finale – conferma Riccardo Parrini, ceo di PlasticFinder – Si tratta di un’innovazione davvero enorme per il mondo della plastica”.
Per ogni singolo lotto di plastica acquistato sul marketplace, la Certified Recycled Plastic è in grado di garantire la tracciabilità fisica, contrattuale, logistica, finanziaria, ambientale e informatica lungo l’intero percorso che compie la plastica nelle sue seconde vite: da quando, insomma, viene scartata dopo il primo utilizzo (assumendo lo “status di rifiuto”), a quando viene trasferita, trasformata e poi reimmessa sul mercato.
Una innovazione resa immediatamente disponibile. Sarà dunque possibile acquistare plastica sul portale PlasticFinder ottenendo contestualmente un certificato su cui verrà apposto un codice QR attraverso il quale, in modo facile e rapido e grazie alla Blockchain, sarà possibile accedere alla storia del singolo lotto acquistato.

Lo sottolinea anche Stefano Chiaramondia, presidente di PlasticFinder: “Tutti coloro che oggi assicurano di vendere prodotti con determinati requisiti di riciclabilità, si limitano a esibire certificazioni legate eventualmente agli impianti di produzione. Ma anziché pensare a fornire garanzie a monte del percorso, trascurando quello che succede nella realtà produttiva quotidiana, oggi c’è la possibilità di tracciare in modo chiaro ogni singolo lotto di plastica acquistato: sapere dunque di quale materiale è composto esattamente, la data delle varie transazioni, da dove proviene, quante volte è stato trasformato, il suo impatto ambientale. Si tratta di uno strumento che in alcuni casi, pensiamo a temi come la plastic tax e i crediti d’imposta, diventerà ancora più decisivo consentendo di distinguere in modo netto tra riciclatori reali, meritevoli di sgravi e agevolazioni, e furbetti del riciclo”.


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