Economia

Urso vola a Taranto: “Tutto per rilancio ex Ilva”

di Cristiana Flaminio -

Il ministro Adolfo Urso all'ex Ilva di Taranto per visitare gli impianti e per parlare con i lavoratori, accompagnato dal commissario straordinario Giancarlo Quaranta, 27 febbraio 2024. X/ ADOLFO URSO +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK +++


Ieri il ministro alle imprese e al Made in Italy Adolfo Urso ha visitato lo stabilimento Ex Ilva di Taranto dove ha incontrato gli operai e, poi, si è intrattenuto con le autorità locali. Il titolare del Mimit ha chiesto ai lavoratori “massima e piena collaborazione” in cambio della “massima e piena collaborazione” del governo. “Dobbiamo lavorare per invertire la rotta e rilanciare il sito siderurgico più importante d’Italia che può tornare a essere il più sostenibile d’Europa”. La ricerca del socio privato continua ma visto la delusione Arcelor Mittal Urso ci va coi piedi di piombo: “Vogliamo rilanciare e assegnarlo a chi davvero dimostrerà” di meritarlo. Intanto, c’è da badare alle pressanti urgenze di oggi. “Abbiamo chiesto all’Europa di cambiare la politica siderurgica e industriale – ha tuonato il ministro -. Ho incontrato più volte i commissari e ho posto con chiarezza a Bruxelles la necessità di cambiare la tempistica, le modalità e gli obiettivi, perché altrimenti saremo schiacciati da chi produce fuori dall’Europa senza rispettare le condizioni ambientali e sociali”. Il rilancio dell’ex Ilva, ha detto Urso, è decisiva per tutto il Paese: “Quando il sito sarà gestito da un player industriale importante e significativo che scommette sul sito e quindi sul lavoro di Taranto per rilanciarlo e riaffermarlo in Italia e in Europa. Se questo lavoro sarà fatto, vinceremo questa sfida. Se riusciamo qui, vuol dire che riusciamo in Italia. Non è solo la vostra sfida, ma la sfida del lavoro italiano”. La visita istituzionale del ministro Urso, iniziata ieri mattina alle 6.15, è stata apprezzata dai sindacati. Che adesso chiedono che alle parole seguano i fatti per rilanciare, sul serio, l’occupazione e la produzione in uno degli stabilimenti simbolo della crisi non solo del Sud ma di tutto il Paese.


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