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Uvalde, dopo la tragedia arrivano le polemiche: “Polizia ha aspettato troppo prima di intervenire”

La madre di Salvator Ramos, il diciottenne che ieri ha ucciso a colpi di pistola 19 bambini e due insegnanti in una scuola elementare del Texas, si dice “sorpresa” da quanto accaduto.

di Ilaria Paoletti -

US Army 89th Military Police (MP), Brigade Special Reaction Team soldiers check the identification of each motorist before entering the Main Gate at Fort Hood, Texas. Heighten security measures are in place following the September 11th attacks.


“Mio figlio non era una persona violenta”, continua. Secondo quanto riporta la stampa Usa, la donna in passato avrebbe avuto problemi con la droga. Aveva anche cacciato di casa il figlio, costringendolo a trasferirsi con sua nonna. Nonna che ora lotta tra la vita e la morte in ospedale: il nipote le ha sparato in faccia prima della strage. E mentre gli Usa affrontano questo nuovo trauma, già imperversano le polemiche. La prima riguarda la facilità con cui il ragazzo è entrato in possesso delle armi: i due fucili da assalto AR-15, infatti, sarebbero stati acquistati legalmente da Ramos nel giorno del suo diciottesimo compleanno, esattamente una settimana prima della sparatoria. Il killer si sarebbe recato in tale giorno al negozio di articoli sportivi Oasis Outback per acquistare un fucile semiautomatico, per poi tornare il giorno successivo e acquistare 375 pallottole. Il teenager sarebbe ritornato poi due giorni dopo per comprare un altro fucile. “È la prima cosa che ha fatto quando ha compiuto 18 anni”, ha detto alla Cnn il senatore texano Ronald Gutierrez. Il ragazzo, che non aveva precedenti penali o problemi di salute mentale, non ha avuto problemi ad accedere a quelle armi. Altre polemiche, inoltre, riguardano la polizia e il tempo impiegato per fermare la sparatoria. La strage sarebbe infatti andata avanti per un’ora prima che il killer venisse ucciso. La tragedia è iniziata intorno alle 11:30, quando l’assassino, che non aveva la patente, si è schiantato con un camioncino a due passi dalla Robb School. In seguito, indossando un giubbotto tattico, è corso verso la scuola con uno zaino e un fucile. L’altro fucile è stato ritrovato nel camion. Una volta dentro, il diciottenne si è barricato all’interno di un’aula di quarta elementare, ed è lì che è iniziata la carneficina. “Non appena è entrato nella scuola, ha iniziato a sparare a bambini, insegnanti e chiunque si trovasse sulla sua strada”, ha detto alla stazione televisiva KENS 5 il tenente Christopher Olivarez del Dipartimento di Sicurezza. Dall’istituto l’allarme è stato lanciato circa 10 minuti dopo l’assalto, ma solo alle 12:17, cioè 50 minuti dopo che il folle è entrato nella scuola, i dispacci della polizia hanno iniziato a parlare di un “active shooter”. Le autorità non hanno divulgato l’ora esatta in cui Ramos è stato ucciso: il senatore Steve McCraw, in conferenza stampa, si è limitato dire che sono stati impiegati tra i 40 minuti e un’ora per ucciderlo. Minuti preziosi: e ora il padre di uno dei piccoli morti sta accusando gli agenti presenti sul posto di non aver agito tempestivamente. Jacinto Cazares è corso alla Robb School quando ha saputo della sparatoria: quando è arrivato, la polizia era ancora fuori. Mentre osservava con ansia gli ufficiali in piedi fuori dall’istituto, ha suggerito di fare irruzione nell’edificio insieme ad altri civili. “C’erano almeno 40 agenti armati fino ai denti, ma non hanno fatto niente fino a quando non è stato troppo tardi”, ha detto a ABC News Cazares, che ha perso una figlia di 10 anni. Anche un testimone, che vive dall’altra parte della strada rispetto alla scuola, ha confermato che i genitori avrebbero implorato gli agenti di fare qualcosa, mentre dall’interno dello stabile risuonava inquietante il rumore di proiettili.


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