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L’altro valzer degli allenatori: via alle polemiche d’estate

di Giovanni Vasso -


Il valzer degli allenatori non finisce mai ma c’è pure un lato meno brillante, quello delle aspettative dei tifosi che non sembrano collimare con le scelte delle società. Arrivano indiscrezioni e firme quasi fatte: Ivan Juric sarebbe a un passo dall’Atalanta. Christian Chivu ha firmato con l’Inter e Marco Baroni, in uscita dalla Lazio che riabbraccia Maurizio Sarri, s’è sistemato al Torino. Nel frattempo Gian Piero Gasperini sembra sempre più vicino alla Roma, e questa per i tifosi romanisti non sarebbe vissuta come una notizia apocalittica, tutt’altro mentre la Juventus continua a sfogliare la margherita: resterà Igor Tudor oppure ci sarà un avvicendamento alla Continassa per inaugurare quel nuovo ciclo di vittorie che sembra non voler partire mai. Ma, con alcune di loro arrivano anche i mugugni e le critiche.

Il dopo Gasp

Anche perché il valzer degli allenatori però non finisce mica qui. C’è chi, come Thiago Motta e Raffaele Palladino, aspetta solo una chiamata. Magari da Bergamo. Il primo, reduce da un’annata non proprio da ricordare alla Juve, sarebbe rientrato nella rosa di papabili per la Dea. Che cerca un profilo non troppo distante, anzi il più vicino possibile, al Gasp. Palladino s’è invece dimesso in fretta e furia dalla Fiorentina. Resta, però, in vetta ai pronostici il nome di Ivan Juric che di Gasperini è stato vice e ne è stato giocatore, ai tempi del Crotone e del Genoa. Ma che è reduce da una stagione, se possibile, addirittura peggiore di quella capitata a Motta. Ha iniziato a Roma, dove è stato esonerato in corsa e sostituito da Claudio Ranieri, che quasi centrava il miracolo della qualificazione in Champions. Poi ha proseguito in Inghilterra, sulla panchina del Southampton, centrando la retrocessione e il ben poco carino giudizio del Sun: Il peggior tecnico di sempre. C’è voglia di riscatto ma ai tifosi atalantini non sembra entusiasmare più di tanto.

Mugugni a San Siro, Torino nervosa

Così come, restando sempre in nerazzurro, accade per Chivu. Ha salvato il Parma subentrando in corsa a Fabio Pecchia. È stato uno dei calciatori più rappresentativi dell’epoca morattiana. Ma ha allenato solo dieci partite in A. Un po’ poco per i tifosi delusi prima dalla scoppola epocale rimediata a Monaco in finale di Champions contro il Psg, e poi dall’addio (abbastanza telefonato, a dire il vero) di Simone Inzaghi. Alla Pinetina, non è un mistero, tira aria di ricostruzione. Infine c’è il caso Baroni. Che, ahilui, s’è ritrovato in mezzo alle feroci critiche dei tifosi torinisti. Che l’hanno accolto, sostanzialmente, criticando la società e puntualizzando che lui, l’allenatore, non c’entra nulla con la polemica. Lo scontro tra Urbano Cairo e i tifosi, che lamentano la “noia” di quella che ipotizzano e denunciano essere una strategia di “galleggiamento”, s’è arricchito del capitolo Vanoli, allenatore esonerato perché, secondo i supporters del Toro, avrebbe messo la società di fronte alla necessità di dover investire di più. Il valzer degli allenatori ha inaugurato il calcio mercato. Che, anche quest’anno, sembra snaturato rispetto a come avevamo imparato a conoscerlo. L’estate era la stagione dei sogni, per chiunque. Ora, invece, ai tifosi si consiglia di tifare per la tenuta dei conti e il pareggio di bilancio. Non proprio una prospettiva esaltante. In attesa della nuova vagonata di acquisti low-cost dal campionato francese, l’estate italiana riparte dagli allenatori.


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