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Cronaca

Violenza dietro le sbarre. 31 morti nel carcere di Machala in Ecuador

Secondo le autorità locali, la sommossa è scoppiata nelle prime ore del mattino, coinvolgendo gruppi armati all’interno della struttura.

di Gianluca Pascutti -


Una violenza letale ha travolto il carcere di Machala, nella provincia di El Oro, Ecuador. Una rivolta interna ha causato la morte di almeno 31 detenuti. L’episodio, avvenuto il 9 novembre 2025, ha scosso profondamente l’opinione pubblica e ha riportato alla luce le gravi criticità del sistema penitenziario ecuadoriano.

Una rivolta soffocante

Secondo le autorità locali, la sommossa è scoppiata nelle prime ore del mattino, coinvolgendo gruppi armati all’interno della struttura. Le forze dell’ordine sono intervenute per sedare il conflitto, ma durante le operazioni sono stati rinvenuti 27 corpi senza vita, oltre ai 4 detenuti uccisi nei primi scontri. Le vittime sarebbero decedute per asfissia, come indicato dal Servizio Nazionale per l’Assistenza Integrale agli Adulti Privati della Libertà (Snai), anche se le circostanze esatte non sono state ancora chiarite.

Machala, epicentro di un sistema in crisi

La violenza esplosa nel carcere di Machala non è un caso isolato. Negli ultimi anni, le prigioni ecuadoriane sono state teatro di sanguinosi episodi, alimentati da sovraffollamento, carenze strutturali e dalla presenza crescente di bande criminali organizzate. Le strutture penitenziarie, spesso lasciate senza adeguata sorveglianza, si sono trasformate in zone di guerra dove la legge viene dettata dai gruppi più forti.

Reazioni e richieste di giustizia

Il governo è stato chiamato a rispondere con urgenza. Le famiglie delle vittime chiedono verità e responsabilità, mentre le organizzazioni per i diritti umani denunciano l’assenza di misure preventive e di protocolli di sicurezza. Violenza e impunità sembrano essere diventate la norma, e la tragedia di Machala potrebbe rappresentare un punto di svolta per una riforma tanto attesa quanto necessaria.

Il carcere di Machala resta oggi il simbolo di una crisi penitenziaria che non può più essere ignorata. Le indagini sono in corso, ma la fiducia nelle istituzioni è messa a dura prova.


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