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West Nile, Crisanti spara a zero su De Luca e Rocca: “I casi dovrebbero essere 100mila”

Il ministro della Salute in Senato precisa competenze di Regioni e Asl. Tutti i dettagli dell'informativa nel numero domani in edicola

di Angelo Vitale -


West Nile, i morti aumentano ancora: sono 13 in tutto il Paese, sempre con Campania e Lazio a guidare le regioni che presentano focolai, ricoveri e casi. Oggi pomeriggio, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha misurato le parole ed è stato rapidissimo nella informativa in Senato, in una Commissione che era alla sua ultima riunione.

Schillaci in Senato sul West Nile

“Ad oggi, secondo i casi notificati sulla piattaforma nazionale coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità – ha detto -, l’Italia ha registrato 145 casi confermati di infezione del virus nell’uomo, 59 si sono manifestate nella forma neuroinvasiva, 10 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 75 casi di febbre, un caso asintomatico”.

Appunto, casi “notificati”, solo quelli noti al livello centrale della macchina che dovrebbe darci informazioni aggiornate, rapide, puntuali.

Schillaci, senza eccedere, fa pure polemica: “Non ricordo allarmi simili a quelli attuali negli anni 2018 e 20122, quando ci fu la punta massima dei decessi”.

E chiarisce, come è giusto che sia, che il ministero svolge funzioni di coordinamento ed indirizzo, alle Regioni spetta pianificare per tempo gli interventi, alle Asl compete la realizzazione degli interventi.

Crisanti spara a zero su Campania e Lazio. E difende il Veneto

Il ministro non può replicare agli interventi dei membri della Commissione, pure loro velocissimi.

Quello che si prende subito la scena è il dem Andrea Crisanti, noto specialista divenuto una star tv all’epoca del Covid.

Crisanti si fa due conti e dice che i numeri di Schillaci non tornano, non glieli hanno forniti giusti: “Dovrebbero essere 100mila casi asintomatici, ma dove sono?”. E poi spara a zero sulle Regioni ove ci sono focolai dei morti per il West Nile, senza farne una valutazione di appartenenza politica, chiedendo pure al ministro di avere il coraggio di dire che non hanno fatto e non stanno facendo bene.


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