Attualità

Yuan “globale”: la Cina punta ai pagamenti del commercio

Se l’Egitto seguisse con determinazione gli altri Paesi del Medio Oriente, potrebbe diventare un hub regionale per i pagamenti digitali cinesi

di Angelo Vitale -


Se non è un netto bye bye al dollaro, è un preciso “fatti più in là”: la Cina sembra orientata a considerare l’Africa come banco di prova per l’internazionalizzazione dello yuan, nel tentativo di espandere l’uso globale della valuta e rompere il predominio del dollaro statunitense. Durante un recente incontro al Cairo, le banche centrali di Cina ed Egitto hanno firmato una serie di accordi per promuovere l’uso dello yuan nel commercio e negli investimenti. Accordi subito elogiati dal governatore della Banca Popolare Cinese Pan Gongsheng come un passo fondamentale per il progresso dei rapporti economici e firmati la scorsa settimana durante la visita del premier cinese Li Qiang in Egitto.

La Cina punta allo yuan centrale nel commercio mondiale

La Cina sta portando avanti una chiara strategia di internazionalizzazione dello yuan, riducendo nel contempo la dipendenza dal sistema SWIFT e dal dollaro statunitense. Gli obiettivi dichiarati sono: promuovere l’uso della sua valuta e dei suoi sistemi di pagamento (come CIPS e il digital yuan, o e-CNY), mitigare il rischio di sanzioni statunitensi, e tutelare il commercio internazionale dal controllo del sistema finanziario occidentale.

La Banca Popolare Cinese ha annunciato l’allargamento del sistema di pagamenti e-CNY a 10 paesi ASEAN e 6 del Medio Oriente, includendo così circa il 38% del commercio mondiale. Questo collegamento digitale permette transazioni cross-border in pochi secondi, con costi bassissimi e senza passare da SWIFT.

In tal modo, Pechino sta ponendo le basi per un possibile “duopolio” dollaro-yuan, un sistema finanziario mondiale dove le due valute competono per la leadership, senza che la Cina cerchi di sostituirsi agli Usa ma aspiri a coesistere in una logica di aree di influenza reciproca.

E l’Egitto?

Se l’Egitto seguisse con determinazione gli altri Paesi del Medio Oriente, potrebbe diventare un hub regionale per i pagamenti digitali cinesi, rafforzando la presenza di Pechino nell’area e aumentando la pressione su altri attori locali affinché si uniscano al circuito.


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