Da grillini a pentastellati…. a grillini, forse
Da quando Giuseppe Conte, per dirla in politichese, ha vinto la sfida congressuale per il pieno controllo dei 5 Stelle contro lo stesso fondatore del movimento, un dubbio è sorto spontaneo: si potranno ancora definire con il termine ‘grillini’ gli esponenti di questo partito? In realtà, in molti abbiamo continuato a farlo meccanicamente, attribuendo all’espressione una sorta di marchio di fabbrica. Un’etichetta della quale gli stessi iscritti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle, compresi ex ministri e parlamentari vecchi e nuovi, per anni sono andati fieri, riconoscendosi in tutto e per tutto nelle idee del loro carismatico leader e assumendo, a tratti, addirittura le caratteristiche professionali del comico genovese, come quando il governo guidato da Giuseppe Conte annunciò in pompa magna di aver abolito la povertà. Eppure, dopo lo strappo con il quale l’ala contiana ha esautorato Beppe Grillo, la parola grillini è diventata indigesta dalle parti di Campo Marzio. Un fastidio simile a quello che Grillo provò in occasione delle europee del 2014, quando per ‘digerire’ la sconfitta elettorale ingoiò un Maalox nel corso di un video indirizzato agli iscritti, ai tempi ancora grillini. Autentici, fieri. Né ex, né pentastellati. Grillini punto e basta. Ma dopo la Costituente del Movimento 5 Stelle, con le diatribe sulla titolarità del simbolo, sul ruolo, le funzioni e anche la retribuzione del Garante, sullo statuto e sull’addio alla regola dei due mandati, Beppe Grillo era stato mandato in soffitta. In quei giorni il fondatore aveva annunciato la morte del Movimento 5 Stelle, quella sua creatura finita per essere completamente snaturata dal nuovo corso interpretato e imposto da Conte, era stata in soldoni la critica mossa dal comico mentre era seduto alla guida di un carro funebre. In molti avevano però visto in quel messaggio non una resa, tutt’altro, la volontà di dare battaglia, anche a mezzo carta bollata, per un ritorno alle origini, al grillismo. Ebbene, dopo mesi di silenzio probabilmente utili ad affilare le unghie e ad affinare la strategia legale, Grillo ha rifatto capolino in casa 5 Stelle facendo trapelare l’intenzione di avviare una battaglia sulla proprietà del simbolo. Un’iniziativa della quale a suo tempo si era già parlato proprio in virtù delle controversie sulla titolarità del logo. A quanto pare, a breve sarà presentato un ricorso nel tentativo di far riappropriare Grillo del simbolo originario del movimento, prima dei prossimi appuntamenti elettorali. In caso di successo, vedremo quanti attuali pentastellati torneranno a essere grillini.
Torna alle notizie in home