Editoriale

Niente quorum? È la democrazia

di Adolfo Spezzaferro -


Come i cagnolini di Pavlov, che salivavano non appena sentivano il campanello, che associavano all’arrivo del cibo (che invece non arrivava), così l’opposizione ha reagito all’invito da parte della maggioranza di non andare a votare al referendum. Come capita tutte le volte, poi, la sinistra ha applicato il consueto sistema dei due pesi e due misure, secondo cui se qualcono del centrodestra fa la stessa identica cosa che ha fatto la sinistra, è “brutto e cattivo”. In questi giorni, da settimane e da mesi, è stato un pianto greco continuo degli esegeti della Costituzione, incidentalmente tutti di sinistra, che hanno parlato di attentato alla sovranità popolare. Le anime belle liberal, ammantate di woke e inclusività arcobalenica con una spruzzata di resistenza e bella ciao, i radical chic con la puzza sotto il naso, così come quelli che nella Cgil vogliono fare i prossimi leader del centrosinistra invece che i sindacalisti – fregando così iscritti e lavoratori -, si stracciano le vesti al intonando il mantra dell’allarme antidemocratico. Ma è davvero così? Il voto è un diritto dovere, si sa. Ma questo non significa che se qualcuno ti dice “visto che voti per me e quindi ti fidi, dammi retta: non andare a votare, perché se si raggiunge il quorum vincono i sì”, sta calpestando la Costituzione, violando la legge, sovvertendo le istituzioni. A tutti quelli che si riempiono la bocca del “dovere civico” scritto nella Carta, ricordiamo che tale dovere civico è frutto di quel compromesso che è alla base delle decisioni finali dei padri costituenti. Tra chi voleva che il voto fosse un obbligo, con relative pene per chi non lo ottemperasse, e chi, da liberale, voleva che fosse un diritto, il “dovere civico” ha accontentato gli uni e gli altri. Tutta la Costituzione è frutto di questo grande compromesso democratico. Sono le regole della democrazia che ci indicano la via: siamo obbligati ad andare a votare con il risultato di far raggiungere il quorum, anche votando no, e quindi facendo vincere i sì, visto che i sinistri andranno tutti a votare sì? No. Possiamo esercitare il diritto di astenerci dal voto? Sì. Nessuno quindi può rilasciare patentini da bravo democratico e viceversa bollare con infamia chi invece risulterebbe antidemocratico. Siamo alle solite: non c’è alcuna questione morale, né attentato alla democrazia. In passato anche a sinistra c’è stato chi ha invitato i suoi elettori a disertare le urne. La sinistra vuole intervenire sulle regole per ottenere la cittadinanza italiana, che al centrodestra vanno bene così come sono, e invita i suoi elettori a modificare tali norme attraverso il democraticissimo strumento del referendum. Gli italiani in misura parimenti democraticissima possono evitare che la sinistra vinca e cambi le regole sulla cittadinanza, non andando a votare. È la democrazia, bellezza (no, ovviamente non diciamo alla Schlein).


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