Editoriale

Così Merz congela la Germania e rallenta tutta l’UE

di Adolfo Spezzaferro -


Come volevasi dimostrare: dopo un mese di vita, il governo del cancelliere Merz non ha proposto alcuna riforma. Niente di paragonabile alle battaglie che l’allora leader dell’opposizione ingaggiava con il cancelliere Schröder (SPD). All’epoca Merz difendeva la libera impresa e chiedeva uno Stato meno invadente, chiedeva tagli fiscali e invocava la deregolamentazione.

Voi direte, ma è normale che quando passi dall’opposizione al governo poi ti riposizioni, smussi gli angoli, abbassi i toni. E soprattutto ti scontri con la dura realtà, al di là di propaganda e retorica. Eppure il neo cancelliere ha iniziato il suo mandato promettendo di rilanciare l’economia sociale di mercato. Per non parlare della lotta dura all’immigrazione irregolare. La verità è che Merz – come avevamo anticipato da facilissimi profeti – è imbrigliato in una coalizione monstre (unita solo dal voler ostacolare l’ascesa al governo di AfD) con i socialisti. La svolta politica che serve al Paese e che i tedeschi chiedono è stata ostacolata e rimandata. Ma a farne le spese è la Germania e l’Ue.


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