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Qatargate le chat di Giorgi e Panzeri tirano in ballo Moretti e Cozzolino

di Maurizio Zoppi -

PIER ANTONIO PANZERI POLITICO


Le chat di Antonio Panzeri e Francesco Giorgi relative allo scandalo Qatar tirano in ballo i parlamentari del Pd Andrea Cozzolino, oggi sospeso dai dem e l’eurodeputato socialista belga Maria Arena, sua assistente e collaboratrice dell’eurodeputato. In una conversazione tra i principali attori della vicenda Qatargate, il compagno della Qaili avrebbe aggrionatoil suo socio sui rapporti col Qatar e soprattutto chiede rassicurazioni rispetto alla ragazza, che sarebbe l’eurodeputata Alessandra Moretti. Sotto l’albero di Natale, quindi, Babbo Natale non smette mai di portare colpi di scena. I magistrati di Bruxelles non smettono di passare al setaccio documenti, conti correnti bancari e movimenti finanziari dell’euro scandalo che sta mettendo sotto scacco numerose autorità dello Stivale. Allo stato attuale, Eva Kaili, l’eurodeputata socialista greca, la quale è stata licenziata dal suo incarico di vicepresidente e molti altri politici, affrontano accuse pesanti. La loro detenzione ha fatto seguito alle irruzioni della polizia belga che hanno raccolto 1,5 milioni di euro in contanti, presumibilmente da utilizzare per promuovere la liberalizzazione dei visti dell’UE e accordi aerei favorevoli al Qatar. Il paese arabo chiaramente, nega tutte le accuse. Ma sembrerebbe che, nel frattempo che l’indagine prende forma, Antonio Panzeri e il suo gruppo, fosse considerato il punto di riferimento di lobbisti qarioti e marocchini per intervenire sulle decisioni di Bruxelles. Secondo il giudice belga Michael Claise il gruppo dell’ex politico di Articolo 1 e la sua famiglia: “infiltrata e inquinava la democrazia europea” attraverso anche la vita di lusso che si concedeva. Inoltre in questi giorni emergono i rapporti, poco trasparenti con il Marocco rispetto ai favori concessi. Un esempio lampante? Otto giorni a Marrakech dal costo di quasi 2mila euro a notte su dove la famiglia Panzeri aveva proposto di passare il capodanno, chiaramente a spese del governo marocchino. Questo albergo a cinque stelle sembra essere una sorta di dependance del governo qatarino. Basti pensare che l’8 dicembre scorso, data della festa nazionale del Qatar, sempre in quell’edificio, le ambasciate dell’emirato hanno organizzato un gigantesco party con quasi trecento ospiti. Tra gli invitati moltissimi europarlamentari. E in quell’occasione molti avevano notato che non era presente Panzeri. Una scelta calcolata. Nel frattempo pare che attraverso delle intercettazioni telefoniche diffuse dalla stampa, il gruppo di Panzeri pilotava i lavori d’Aula a Bruxelles a favore degli Emirati Arabi. Inoltre, un sistema arcaico di “mazzette” è l’elemento che caratterizza il Qatargate. Valigia, trolley, ventiquattrore ed anche un passeggino sono i tratti distintivi delle indagini: insomma il veicolo delle mazzette. Il mezzo per assicurare il passaggio dei soldi. Nessuna criptovaluta o conti blindati a Panama, ma come in un film anni 80, le borse piene di soldi motivano i provvedimenti adottati dai magistrati di Bruxelles. Il “proprium elementum” per capire molto delle operazioni condotte. Le foto e la sequenza di un incontro specifico tra i due italiani e il ministro del lavoro qatarino, Ali Ben Samikh al-Marri, ne sono una testimonianza. E a quel colloquio la procura di Bruxelles assegna una particolare importanza. Una delle prove di come circolassero le “mazzette”. Il Qatargate, oltre a essere a una vergogna – sono scene da “Narcos”, la serie di Netflix – è un danno di reputazione per il Parlamento europeo. Ha affermato il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni ai giornalisti. “Tutti i cittadini non stanno li a distinguere fra questa e quella istituzione europea. bisogna reagire, facendo lavorare la magistratura e rafforzando le regole”, ha detto Gentiloni.

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